Per questo motivo Adobe, Kodak, Apple e l’International Color Consortium (ICC) hanno definito degli spazi colore reali e virtuali da utilizzare come standard di comunicazione. La gestione del colore è una delle difficoltà maggiori nel processo di produzione di immagini digitali, per questo i profili ICC aiutano a trasferire la riproducibilità da un dispositivo ad un altro.
Facciamo un esempio, la vostra fotocamera digitale registra i colori attraverso un determinato spazio colore, trasferite l’immagine acquisita sul computer e la visualizzate a schermo attraverso lo spazio colore di quest’ultimo, non vedrete i reali colori registrati ma quelli che il monitor è capace di riprodurre per voi; sulla base di quest’ultimi ottimizzate la foto preparandola per la stampa, a sua volta la stampante od il laboratorio interpreteranno attraverso i propri spazi colore. Il risultato è una stampa che non corrisponde alla realtà dello scatto né, tanto meno, a quello che vedete visualizzato a schermo. Lo stesso problema si ripropone anche quando la foto rimane in formato digitale e chiedete ad amici o collaboratori di visionarla magari sul web. Se questo processo non viene risolto riuscirete solo a produrre belle foto sul vostro pc, ma d’altra parte un fotografo vuole raccontare e trasmettere ciò che ha impressionato e vuole farlo al meglio.
Il profilo ICC descrive le caratteristiche colore di un determinato dispositivo, ecco perché è importante profilare il proprio monitor oppure scegliere il profilo ICC specifico per una determinata stampante che utilizza determinati inchiostri su di una determinata tipologia di carta. Ogni metodo colore può utilizzare diversi profili colore virtuali che vanno dal meno preciso al più ampio e ricco di sfumature, per il metodo RGB ad esempio la progressione dei profili dal più povero al più ricco è: sRGB, AppleRGB, Adobe RGB 1998, ProPhotoRGB ed altri ancora. Nello specifico:
1. sRGB: è utilizzato in particolar modo per definire lo spazio colore dei monitor, è calcolato come la media dell’estensione dei diversi tipi di monitor; molte fotocamere utilizzano questo profilo come impostazione di fabbrica, può andare bene per presentare le foto in rete ma in realtà non sfrutta tutto lo spazio colore che la fotocamera è in grado di acquisire. Nelle immagini qui sotto l'abbiamo preso come campione da confrontare con gli altri spazi colore.
2. Adobe RGB 1998: è il più diffuso ed utilizzato, è più ampio del precedente ed offre ottimi risultati.
3. Apple RGB: studiato da Macintosh è più ampio di sRGB ma minore rispetto Adobe 98.
4. ProPhotoRGB: è uno spazio colore molto ampio studiato da Kodak che può essere utilizzato solamente con una codifica a 16 bit.
5. ECI-RGB: è un profilo specifico studiato dall’ente europeo per rappresentare tutti gli spazi colori delle stampanti a getto d’inchiostro più qualche tonalità del verde che non appare nei profili sRGB ed RGB.