George Eastman (fonte
Wikipedia)
"Voi premete il pulsante, noi facciamo il resto". Questo è lo slogan con cui George Eastman ha lanciato la sua piccola rivoluzione democratica nel mondo della fotografia, lanciando sul mercato la prima fotocamera pensata per i non professionisti, che mirava ad allargare il pubblico di questa arte. Era il 1888 e da quel momento la Eastman Kodak Company è diventato un nome di riferimento per la fotografia amatoriale.
Negli anni il nome Kodak ha mantenuto la sua posizione, diventando la pellicola più utilizzata in ambito amatoriale sui formati 135 e 110. Kodak ha anche avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo dei sensori digitali, arrivando negli anni '80 a produrre il primo sensore in grado di superare la soglia del megapixel. In seguito il marchio statunitense ha lanciato quella che da molti viene considerata la prima digitale professionale, prima uscita della gamma DCS: in quel caso si trattava di una Nikon F-3 analogica equipaggiata con il sensore digitale Kodak da 1,3 megapixel.
Da quel punto in poi ci si sarebbe aspettata la replica del successo sperimentato in ambito amatoriale con le pellicole, invece negli anni il marchio Kodak è in parte uscito dalle cronache. La fotografia per le masse è stata colonizzata (e cannibalizzata forse oserebbe dire qualcuno) in seguito da altri marchi, alcuni con una lunga storia fotografica, altri in arrivo da altri settori dell'elettronica di consumo, relegando nella mente di molti Kodak a un marchio del passato.
In realtà Kodak è tuttora una delle aziende più attive nella produzione e nello sviluppo di sensori digitali, come confermano le importanti collaborazioni che hanno portato alla costruzione dei sensori per le ultime uscite di casa Leica, la compatta Leica M9 e il nuovo sistema reflex Leica S2. A livello di visibilità del marchio, però, in questi anni gli scaffali dei negozi hanno visto poche proposte Kodak capaci di catturare l'attenzione del pubblico.