Come già accaduto l'anno scorso con la tecnologia SLT, Sony ha scelto di posizionare i suoi annunci diversi giorni prima dell'apertura della fiera. Quest'anno le novità hanno riguardato sia il settore SLT sia quello delle mirrorless. Sony ha fatto una decisa scelta di campo e una volta imboccata la strada dello specchio traslucido pare aver abbandonato lo specchio reflex.
Eravamo molto curiosi di vedere all'opera i nuovi mirini OLED, consapevoli che uno dei limiti delle tecnologie mirrorless e SLT è la mancanza di quel buon feedback offerto dal mirino ottico delle reflex. I nuovi visori TruFinder OLED XGA da 2.359.000 punti rappresentano un passo avanti rispetto alle precedenti generazioni di mirini elettronici LCD e sono in grado di non far rimpiagere troppo un mirino ottico. In alcuni casi specifici offrono addirittura alcuni vantaggi rispetto alle soluzioni reflex. Facendo l'abitudine alla tecnologia e con piccoli miglioramenti nell'esperienza d'uso i mirini elettronici di casa Sony possono davvero dire la loro. Un piccolo miglioramento ad esempio potrebbe essere quello di gestire in modo separato la revisione dell'immagine appena scatta: se da un lato è molto comodo poterla vedere sul display posteriore, è fastidioso avere il mirino 'bloccato' per i secondi impostati per la revisione. Il mirino è integrato sia sulle SLT Alpha A77 e A65, sia sulla mirrorless NEX-7, di cui rappresenta una delle caratteristiche di maggior distinzione dalla concorrenza.
Le SLT colpiscono per la loro capacità di raffica con autofocus attivo, abbinabile a tutte le ottiche del sistema Alpha (innesto ereditato e compatibile con le ottiche Minolta AF), posizionandosi, con 10 e 12 fotogrammi al secondo, molto in alto nella classifica delle reflex/simil-reflex per utilizzo sportivo. L'ergonomia di A77 è molto buona e il meccanismo di doppio snodo del display appare solido, con una flessibilità d'uso davvero ampia. I comandi sparsi per il corpo tropicalizzato di α77 (lo sono anche il flash e l'impugnatura verticale) offrono una buona ergonomia e la macchina si presenta all'uso come un prosumer di razza.
Gli esemplari esposti in fiera non erano ancora definitivi, ma la prima impressione che ci hanno dato del sensore a 24,3 è che ci sia ancora del lavoro da fare per ottenere una buona pulizia dell'immagine. Artefatti e imperfezioni erano ben visibili a partire già da 1600 ISO e le immagini della sorellina NEX-5N da 'soli' 16.1 megapixel erano al confronto nettamente migliori. Su questo fronte attendiamo di poter mettere alla prova esemplari definitivi per dirimere o confermare i dubbi.