Fujifilm X100: la capostipite della famiglia
Per Fujifilm la lettera X è sinonimo di rinascita: dalla capostipite X100 sono seguite fotocamere compatte e ben due corpi macchina mirrorless designati da quella lettera dell'alfabeto. La prima mirrorless Fujifilm X-Pro1 ha introdotto allo scorso CES di Las Vegas una interessante novità nel mondo dei sensori con il sensore APS-C X-Trans CMOS da 16,3 milioni di pixel, basato sul filtro colore X-Trans, il primo ad avere il coraggio di mettere in discussione il filtro Bayer utilizzato sulla stragrande maggioranza dei sensori, CCD o CMOS che siano. Una mossa coraggiosa e azzeccata, come potete leggere nella nostra recensione.
Fujifilm ha però deciso di declinare la serie X anche verso il basso, riducendo la superficie del sensore, ma introducendo anche in questo caso qualcosa di nuovo sul mercato. In un periodo in cui per le compatte si parlava solo di dimensioni pari a 1/2,3" o al massimo 1/7", Fujifilm ha integrato in X10, la sua prima compatta della serie X, un sensore EXR CMOS da 12 megapixel in formato 2/3" (6.6 x 8.8mm), aprendo di fatto la corsa all'allargamento dei sensori delle compatte culminato poi con Sony RX100, che ha allargato le dimensioni fino al formato da 1".
Il tratto in comune delle fotocamere Fujifilm X è la ricerca della qualità fotografica in un aspetto un po' vintage, dato anche dall'utilizzo di metallo nella costruzione. Anche l'ultima nata in ambito compatte rispetta questi canoni: Fujifilm XF1. Molto particolare nella veste in metallo e simil pelle, disponibile anche in arancione e rosso, racchiude il sensore cuore di X-S1 e X10, il CMOS EXR da 12 megapixel in formato 2/3", in un corpo molto più compatto. Nelle prossime pagine cercheremo di conoscere meglio le tre sorelle Fujifilm addentrandoci in tratti comuni e differenze.