Sotto la guida del nuovo CEO, Perry Oosting, Hasselblad sta cercando di trovare la sua strada per il futuro: sono ormai lontani i tempi in cui il modello di business era quello di ricoprire di materiali sfarzosi delle fotocamere Sony vendendole al doppio del prezzo. Recentemente Hasselblad era tornata alle origini e presentato un modulo per fotografia aerea, disponibile in diverse versioni, con sensori CCD da 40 e 60 megapixel o con sensore CMOS da 50 megapixel, con dimensioni 43.8x32.9mm per i sensori da 40 e 50 megapixel e di 53.7x40.2mm per il top di gamma da 60 megapixel. Potete leggere a questo indirizzo la nostra notizia, in cui potete scoprire anche le origini del noto marchio fotografico svedese.
La fotografia aerea pare essere uno dei sentieri che Hasselblad conta di battere per il suo futuro: è di qualche giorno fa il comunicato stampa con cui DJI annuncia l'acquisizione di una quota di minoranza di Hasselblad. Una quota che gli permetterà di sedere nel consiglio di amministrazione della compagnia svedese. DJI, lo ricordiamo, è l'azienda cinese che è divenuta famosa nel mondo per la costruzione di droni. L'acquisizione delle quote di Hasselblad da parte del produttore di Shenzen porterà i due marchi a stringere un'allenza, mettendo in comune le rispettive conoscenze, come ha anche sottolineato il fondatore e CEO dell'azienda cinese Frank Wang.
Le due aziende continueranno a focalizzarsi sulle rispettive opportunità di crescita e sulle strategie individuali: Hasselblad continuerà a produrre artigianalmente in Svezia, mentre DJI non porterà in Europa la produzione dei suoi droni. Sicuramente però i due marchi si faranno da spalla in tutte quelle scelte strategiche in cui le conoscenze dell'uno posso tornare molto utili all'altro.