Il licenziamento del CEO e Presidente di Olympus, Micheal Woodford, era stato fatto passare dalle fonti ufficiali del produttore giapponese come causato da divergenze culturali. Le voci che erano circolate nelle ore successivamente immediate al licenziamento aveva confermato questa linea e parlavano di forti divergenze di opinione sui piani di cambiamento dell'azienda e sul modo di gestire le relazioni tra i vari piani della piramide di comando.
In realtà una volta tornato nel suo paese natale Woodford ha cominciato a togliersi qualche sassolino dalle scarpe, che sembra però avere le dimensioni di un macigno. Stando alle dichiarazioni rilasciate a Bloomberg in una intervista, trovate nel video disponibile su YouTube, il motivo del contendere è la richiesta insistente di spiegazioni da parte di Woodford al consiglio di amministrazione in merito a un'operazione di acquisizione del 2008, le cui commissioni sono sembrate all'ex-CEO decisamente troppo elevate.
Normalmente operazioni di questo tipo vedono gli intermediari incassare una commissione del 1-2% del valore, al massimo un 5%: in questo caso però l'acquisizione di un'azienda britannica del valore di circa 2 miliardi di dollari ha visto versare a una compagnia di intermediazioni con sede alle isole Cayman ben 675 milioni di dollari, pari al 35% del valore dell'acquisizione. Woodford ha sollevato diversi dubbi non solo in merito all'effettiva resa finziaria dell'operazione, un problema che riguarderebbe solo Olympus, ma sul possibile legame di un'operazione così oscura con la corruzione e la criminalità organizzata.
Dopo sei lettere in cui chiedeva spiegazioni il CEO e Presidente, salito in carica ad aprile 2011, ha ricevuto il benservito all'unanimità dal consiglio di amministrazione. Woodford ha segnalato l'accaduto alla corte britannica che vigila sulle frodi finanziarie, in quanto il pagamento delle commissioni è stato effettuato dalla filiale inglese del produttore giapponese. Sicuramente il CEO avrà il dente avvelenato per il suo licenziamento, ma le accuse sono davvero gravi: non resta che attendere la risposta di Olympus, che immaginiamo non tarderà ad arrivare.