Qualche giorno fa il CEO di Lytro Jason Rosenthal aveva annunciato in un post la difficile decisione di lasciare il mercato delle soluzioni consumer per concentrare tutti gli sforzi, e i capitali, nel settore professionale della realtà virtuale. Il motivo è semplice, sebbene la decisione non lo sia stata: per competere nel mercato consumer e rispondere alle esigenze degli utenti, che sono fortemente influenzate dalle mosse degli attuali big del settore, sarebbero stati necessari forti investimenti, non sostenibili in contemporanea a quelli che invece Lytro vuole infondere nello studio di soluzioni dedicate alla realtà virtuale. Inoltre il mercato fotografico in questi ultimi anni ha sperimentato delle forti contrazioni sul lato consumer, complice anche la diffusione di smartphone con spiccate capacità fotografiche, in grado di sostituire più che degnamente fotocamere compatte anche di un certo livello. Al contrario la realtà virtuale è una delle tendenze che caratterizzerà il nostro futuro nei prossimi anni e che è prevista come uno dei trending topic già in questo 2016.
Lytro ha quindi deciso di investire i 50 milioni di dollari di raccolta di nuovi capitali tutti sul settore professionale. Immerge era stato il primo passo, ma ora Lytro ha presentato un apparecchio dedicato alle riprese cinematografiche, che punta a rivoluzionare il modo con cui i film vengono girati. Così come il singolo scatto di un'immagine ripresa con la tecnologia Light Field porta con sé molte più informazioni di una semplice fotografia bidimensionale, anche nel caso di Lytro Cinema assegna a ogni pixel dell'immagine molte più informazioni: ogni pixel porta con sé proprietà direzionali e colorimetriche ed è mappato in uno spazio 3D. Ogni scena viene ripresa quindi in differenti prospettive, in diversi piani focali, con tutte le possibili aperture: il materiale è poi utilizzabile in post produzione per scegliere l'inquadratura migliore, per posizionare la messa a fuoco esattamente dove si vuole, regolando al meglio (sempre dopo aver fatto le riprese) la profondità di campo. In pratica è come avere una videocamera virtuale che può essere controllata in post produzione. Inoltre il risultato è che ogni oggetto è mappato e può essere isolato: in questo modo, ad esempio, è possibile cambiare lo sfondo in modo semplice senza il bisogno di girare con un green screen, oppure manipolare con la computer grafica i singoli oggetti in modo più semplice e immediato. È come se ogni oggetto all'interno della scena fosse stato ripreso davanti a un green screen.
Utilizzando il modo di ripresa 'a banda larga' di Lytro Cinema è poi possibile avere a disposizione in post produzione ogni frame rate e ogni angolo di otturatore, decidendo a posteriori la quantità di mosso, ma anche la possibilità di applicare effetti di slow motion. Lytro dichiara che quello di Lytro Cinema è il sensore Light Field a più alta risoluzione mai costruito ed è in grado di catturare per ogni frame '755 RAW megapixel' a una risoluzione equivalente dichiarata di 40K fino a 300 fps: si tratta di un flusso di 400 GB/s di dati. Inoltre Lytro Cinema integra uno scanner attivo ad alta risoluzione e dichiara 16 stop di gamma dinamica. Per questo motivo, come già avveniva per Immerge, la soluzione finale è caratterizzata non solo dall'apparecchio di ripresa, ma anche da un media server in grado di memorizzate il flusso di dati, sfruttando anche il cloud. La soluzione è pensata per integrarsi fin da subito nel flusso di lavoro attuale delle produzioni cinematografiche, anche grazie a diversi plugin che permettono di sfruttare tutte le potenzialità delle immagini Light Field negli strumenti tradizionali e di effettuare rendering in diversi formati tra cui IMAX, RealD, Dolby Vision, ACES and HFR a partire dal Light Field Master, che Lytro dichiara essere il dataset più ricco nella storia del cinema, visto che ogni fotogramma è in realtà il modello 3D di quello che viene ripreso dalla videocamera.
C'è già una produzione che ha sfruttato la tecnologia Lytro Camera, quella di "Life", prodotta in associazione con The Virtual Reality Company (VRC) e che verrà presentata il 19 aprile prossimo durante il NAB di Las Vegas. Alcune fonti riportano anche le tariffe di noleggio, a partire da $125,000, visto che inizialmente l'apparecchio non sarà messo in vendita, ma solo noleggiato alle produzioni quando necessario.