La scorsa settimana in Olympus è avvenuto un vero e proprio terremoto a livello manageriale, i cui strascichi stanno continuando a farsi sentire in questi giorni, assieme alle precisazioni dei protagonisti. Venerdì la notizia del licenziamento del primo CEO e presidente di Olympus non giapponese, Michael Woodford, aveva colpito la posizione sui mercati dell'azienda nipponica, che aveva fatto registrare un tonfo di ben 19 punti percentuali del valore delle sue azioni.
La notizia è giunta inaspettata in quanto Michael Woodford aveva una trentennale storia in Olympus ed era salito alla carica di presidente solo nell'aprile scorso. Il comunicato di Olympus riportava di insanabili divergenze culturali tra il britannico e gli altri dirigenti giapponesi dell'azienda. In particolare, come riporta Reuters, il nodo della questione sarebbe il piano di cambiamenti progettato da Woodford, che ha trovato molte resistenze tra i nati nel paese del sol levante, poco inclini a modificare lo status quo.
I cambiamenti voluti da Woodford erano soprattutto legati alla ristrutturazione dell'azienda (ad esempio la filiale europea) per ottenere il massimo contenimento dei costi e il raggiungimento degli obiettivi a medio termine che il CEO aveva prefissato alla sua insediazione. Inoltre pare che i giapponesi non abbiano digerito le proposte di modifica al comparto ricerca e sviluppo e il suo non adeguarsi alle convezioni dell'azienda, che prevedono di far passare gli ordini attraverso tutta la catena dei responsabili delle diverse unità: Woodford in diversi casi ha saltato alcuni passaggi parlando direttamente con i membri dello staff, sempre stando alla ricostruzione di Reuters.
I mercati sembrano aver digerito male la politica indecisa di Olympus, che prima mette al suo capo uno straniero per riuscire a costruire un piano di ristrutturazione e taglio dei costi, salvo poi lecenziarlo quando proprio questo cambiamento crea divergenze interne. Le cariche di Woodford sono state assunte ora da Tsuyoshi Kikukawa.