La compattezza di tutto il sistema è il campo su cui le mirrorless provano a sfidare in modo più netto le reflex top di gamma: in particolare nel caso del sistema Micro Quattro Terzi, non solo i corpi macchina sanno essere più compatti, ma è il parco ottiche quello che permette il maggior risparmio di spazio a parità di focale equivalente. Il caso del 600mm su reflex, messo a confronto con il 300mm MFT, è quello più utilizzato, ad esempio, da Olympus: il marchio nipponico ha sfruttato questa analogia anche durante la presentazione della sua nuova ammiraglia, Olympus OM-D E-M1 Mark II. 'Tutta la potenza di una reflex top di gamma, in una borsa trasportabile', potrebbe essere questa la sintesi del pensiero di Olympus. Sugli ingombri ci siamo da tempo, ma in questi anni molti professionisti hanno continuato a preferire le reflex per diversi motivi: precisione, rapidità e affidabilità dell'autofocus, cadenza di scatto, autonomia sono tutti punti su cui le mirrorless hanno faticato a convincere.
Olympus crede di avere ora per le mani il prodotto giusto per spazzare via tutti i pregiudizi sulle mirrorless come fotocamere adatte ai professionisti più arditi. La nuova OM-D E-M1 Mark II, in modalità silenziosa - sfruttando l'otturatore elettronico, quindi - utilizzando la messa a fuoco continua e l'esposimetro attivo, promette di scattare raffiche a piena risoluzione fino a 18 fotogrammi al secondo in formato RAW da 20,4 megapixel. Lasciando l'autofocus fisso sul primo fotogramma la raffica sale a 60 fps, sempre a piena risoluzione. Questi dati raccontano del lavoro fatto da Olympus sul fronte autofocus, che spesso è il tallone d'Achille per le raffiche: se il modulo di messa a fuoco non è veloce, la raffica non può raggiungere i suoi livelli massimi.
La raffica è sfruttata dalla nuova OM-D E-M1 Mark 2 anche per mettere a
disposizione funzionalità particolari, come la modalità di scatto Pro Capture.
Registrando fino a 14 fotogrammi in sequenza prima ancora che il pulsante di
scatto sia premuto fino in fondo (parte quando si preme a metà corsa) la nuova
ammiraglia Olympus vuole offrire così la garanzia di poter immortalare ogni
volta l'istante perfetto, anche se si è passati all'azione in leggero ritardo.
Il sistema autofocus integra sia la rilevazione di contrasto, sia quella di fase
su 121 punti che coprono un'ampia porzione del fotogramma. Il sensore è inoltre
stabilizzato su 5 assi con un'efficacia che Olympus dichiara arrivare a
5,5 stop.
Olympus OM-D E-M1 Mark II continua sulla scia del modello precedente e offre resistenza a polvere, gelo e spruzzi d'acqua e offre un doppio slot SD (uno UHS-II) per una gestione più flessibile della memorizzazione delle immagini; dispone inoltre di un connettore USB 3.0 di tipo C per il trasferimento dei dati ad elevata velocità. A livello video troviamo il formato 4K a 30fps e con bit rate da 102 Mbps, l'aggiunta del frame rate 24p e del bit rate da 237 Mbps allarsenale della OM-D [4096 x 2160 (C4K) / 24p / IPB (circa 237 Mbps) e 3840 x 2160 (4K) / 30p, 25p, 24p / IPB (circa 102 Mbps)]. Il mirino elettronico utilizza un pannello da 2,36 milioni di pixel, ma Olympus ha lavorato per avere un refresh a 120fps e un ritardo contenuto in 6 millisecondi.