Quando, parlando con Zeiss di un nuovo obiettivo, la premessa è: "l'Otus 1.4/85 è il miglior obiettivo che abbiamo mai creato", le aspettative si fanno davvero elevate, e cresce l'impazienza di poterlo provare. Così, in attesa di un test completo, che effettueremo appena possibile, abbiamo utilizzato lo stand Zeiss di Photokina come set per effettuare qualche scatto di prova utilizzando come corpo macchina una EOS 5D Mark III. Per maggior dettagli sulla nuova ottica, vi rimandiamo a questa news.
La prima impressione, fisica, è stata migliore del previsto. Ci aspettavamo la "solita" qualità e robustezza delle ottiche Zeiss, pienamente confermata, ma osservando le dimensioni del barilotto eravamo anche un po' preoccupati dal peso che un corpo interamente in metallo comporta: 1200g per la versione con attacco Canon; aggiungendo il peso del corpo macchina, si superano abbondantemente i 2 Kg. In realtà, con ottiche relativamente corte come questa, il baricentro è molto vicino al corpo macchina e l'insieme risulta ben equilibrato e poco affaticante.
Immagine originale.
f/1.4
f/4
La fluidità della ghiera di messa a fuoco, solo manuale, è impeccabile, e la sua corsa è eccezionalmente ampia: 261° (obiettivi comuni difficilmente superano i 100°). Questo, unito a una perfetta "consistenza" e resistenza alla rotazione, assicura la precisione necessaria per lavorare a f/1.4. D'altro canto, l'ampia corsa e l'assenza di un motore autofocus rendono l'operazione lenta - difficile ipotizzare un suo impiego in ambito sportivo indoor, come invece si può fare, anche se non è certo il suo settore principale di impiego, con il Canon EF 85mm F1.2 L.
f/1.4
f/2
f/2.8
f/4
Inoltre, per utenti EOS 5D MK III, va segnalato un'altro particolare fastidioso: l'impossibilità di adottare un schermo di messa a fuoco a microprismi o ad immagine spezzata lascia la conferma di messa a fuoco al solo, apposito, LED verde che si trova all'interno del mirino (e al segnale acustico, se si desidera), mentre una conferma visiva diretta sarebbe stata preferibile.
Questa immagine ripresa a "distanza ritratto" rende l'idea della profondità di campo che ci si può aspettare da un'ottica f/1.4 a tutta apertura. La vignettatura è evidente ma piacevole, il contrasto lascia a bocca aperta.
A una prima analisi delle foto scattate sul campo, sembra però che qualsiasi possibile difetto ergonomico di quest'ottica sia destinato a sparire di fronte alle immagini.
Un primo aspetto che ci ha subito colpito è la vignettatura (perdita di luce ai bordi) molto contenuta già a f/1.4, cosa non comune per obiettivi di tale apertura massima. Si nota, ovviamente, ma è meno pronunciata di altri 85mm f/1.8, e l'impressione visiva è che si annulli quasi del tutto a partire da f/4.
Le gocce d'acqua illuminate sullo sfondo sono un buon indice della qualità del bokeh, praticamente perfetto: forme circolari e omogenee, senza gradienti o effetti cromatici indesiderati. Già a f/1.4, of course.
L'apertura f/4 sembra anche essere quella che produce la maggiore nitidezza al centro dell'immagine. La vera buona notizia, nonché il vero indice della qualità dell'ottica, è però che la nitidezza rimane eccezionalmente elevata anche a f/1.4, al centro come ai bordi. Ci riserviamo di dire l'ultima parola di fronte all'analisi quantitativa, ma l'impressione visiva sembra confermare pienamente l'orgoglio di Zeiss.
Le distorsioni sono irrilevabili a occhio nudo con questo set di immagini, e questa non è una sorpresa: da un piccolo tele a focale fissa ce lo si aspetta. A occhio nudo non c'è traccia nemmeno di aberrazione cromatica, e va sottolineato come i JPEG siano stati ottenuti a partire dal RAW, senza correzioni. Impeccabile, infine, la resa dello sfocato. Sembra proprio, quindi, che l'Otus 85mm abbia tutte le carte in regola per essere incoronato il miglior piccolo tele al mondo. Alla prova tecnica il verdetto finale.