Per capire cos’è la profondità di campo bisogna prima introdurre un altro concetto che è quello di Circolo di Confusione: una persona, osservando un foglio bianco da circa 20-25 cm. di distanza è in grado di distinguere due punti disegnati sul foglio che distino tra loro 1/16 di mm; 1/16 di mm. è il potere risolvente del nostro occhio, al di sotto di 1/16 questi punti non vengono più percepiti come distinti ma diventano una sola macchiolina sfuocata, un circolo di confusione appunto che si traduce nella distanza minima che permette di percepire due punti come distinti. Siccome è proprio la nitidezza che ci interessa, ovvero riuscire a distinguere dettagliatamente gli oggetti, si può già immaginare come il circolo di confusione sia direttamente implicato nella determinazione della profondità di campo.
Quando si affrontò la questione a livello industriale, tecnologico, ci si rese conto che 1/16 di mm era un parametro per lo più teorico e si decise così che anche 1/6 di mm (0,1667 mm) poteva andare bene. Infatti 1/16 si ottiene sotto le migliori condizioni: luce perfetta, punti estremamente contrastati ed osservatore sano; spesso succede che la luce non è ideale e tutti noi siamo più o meno affetti da disturbi visivi. Agli albori della stampa fotografica industriale si notò che il cliente in generale richiedeva stampe di piccole dimensioni, circa 5 volte le dimensioni del negativo 35 mm ed affinché un ingrandimento di questo tipo risulti nitido il circolo di confusione diventa 0,1667/5=0,0333 mm. Questo valore è quello utilizzato da molti produttori di lenti per testare i propri obiettivi, viene espresso anche in linee pari per millimetro: 1/0,0333= 30 lp/mm; guarda caso, 30 lp/mm è anche il massimo valore risolvente richiesto ad una stampa fotografica e così si è assunto questo valore come standard.
Tenete conto che anche la distanza dalla quale si guarda la stampa ha un ruolo dominante, tanto più si è distanti tanto più diventa accettabile un piccolo valore di lp/mm; per fare un esempio pratico provate ad avvicinarvi molto ad un cartellone pubblicitario, noterete che la distribuzione di inchiostro non è continua ma l’immagine è formata da tanti punti colorati, d’altra parte è una stampa destinata ad essere vista da qualche metro in poi.
Assodato che il circolo di confusione è un parametro scelto dall’uomo in funzione della dimensione di stampa da effettuare, vediamo ora come questo si lega alla profondità di campo che, al contrario, è un preciso fenomeno ottico basato sulla scelta di un determinato circolo di confusione. Come detto prima la profondità di campo è la zona di nitidezza davanti e dietro il piano di messa a fuoco; quanto è estesa questa zona? Dipende dalla lunghezza focale dell’obiettivo, dalla distanza del soggetto da fotografare, dai diaframmi utilizzati ed ovviamente, dal circolo di confusione.