Dopo la calma seguita al lancio della sua prima reflex, la Alpha 100, Sony sembra aver dato fuoco alle polveri nel segmento delle fotocamere a pentaprisma. L'arrivo della Alpha 700 a settembre è stato seguito dalla recente presentazione della Alpha 200 e delle Alpha 300 e 350, tutte e tre dedicate al segmento entry-level. Inoltre A Las Vegas si è avuta la conferma ufficiale che l'ammiraglia di casa Sony, che potrebbe chiamarsi Alpha 900, arriverà entro la fine dell'anno a sfidare i marchi giapponesi più blasonati nel segmento Pro.
Se, dopo l'acquisizione da parte di Sony di Konica-Minolta, la Alfa 100 era la naturale evoluzione della Minolta Dynax 5D, la Sony Alpha 700 è discendente diretta della Dynax 7D, che già ai suoi tempi si era fatta notare per sostanza e qualità. Questa fotocamera sfida gli altri produttori di reflex nel difficile segmento prosumer, dove le qualità devono essere elevate, ma altrettanto non può essere il prezzo, che si deve collocare in una fascia accessibile anche agli appassionati più esigenti e non solo ai professionisti.
Questo è un segmento in cui non conta solo il corpo macchina, come spesso invece avviene nel segmento entry-level, dove il marketing fa leva su caratteristiche facilmente comprensibili da un ampio numero di consumatori, ma il parco ottiche a disposizione dell'utente riveste un ruolo fondamentale. Le reflex Sony possono contare sulla compatibilità con gli obiettivi Minolta con innesto a baionetta tipo A, e non è mancato, alla presentazione della Alpha 700, l'accompagnamento di nuovi vetri, tra cui un 16-80mm disponibile in uno dei tre kit di commercializzazione.
L'esemplare in prova era equipaggiato dal nuovo obiettivo Sony DT 16-105mm 3.5-5.6, presentato con la fotocamera a settembre, mentre l'esemplare con cui avevamo avuto il primo contatto a settembre era equipaggiato con l'obiettivo Carl Zeiss 16-80mm.