Slow-Synch: sfruttare la sincronizzazione sulla seconda tendina prende anche il nome di sincronizzazione lenta poiché lo sparo del flash deve attendere la chiusura dell’otturatore. Questa tecnica è molto utile anche in esterno: si immagini di voler impressionare il sensore con un bel tramonto oppure con la città illuminata sullo sfondo e nel contempo inserire in primo piano il sorriso del partner. Se anche aveste a disposizione il flash più potente in commercio questo non basterebbe ad illuminare ciò che si trova all’orizzonte e brucerebbe il primo piano. Attraverso lo slow-Synch si sfrutta la luce ambiente per impressionare lo sfondo ed il colpo di flash finale per mettere in risalto il primo piano rendendolo ben visibile.
Esposizione: 30 secondi @ f/13, 100 ISO, flash sulla seconda tendina
Per capire meglio vediamo di seguito la stessa inquadratura, esposizione in manuale di 30 secondi a f/13: la prima foto senza flash, mente la seconda con flash sulla seconda tendina compensato di -1 stop.
No flash
Flash sulla seconda tendina compensato di -1 stop
Ecco un altro esempio:
Non solo con tempi lunghi!! Esposizione: 1/100 @ f/8, flash sulla seconda
tendina
>Un altro aspetto di questa tecnica è che permette di ottenere un effetto creativo capace di restituire il senso del dinamismo: lasciando aperto l’otturatore per un tempo sufficientemente lungo ad impressionare il movimento si può bloccare, o quasi, il soggetto grazie al lampo flash nell’ultima posizione assunta.
Marcia della Pace Perugia-Assisi 2007: 3 secondi @ f/8; Flash slow-Synch,
-1 stop; La sincronizzazione sulla seconda tendina ha permesso di rendere il
dinamismo della scena
Altra faccia di questa applicazione la si trova nel fotografare la pioggia o la neve: sincronizzando il flash sulla prima tendina quello che succede è che qualsiasi oggetto in movimento rispetto alla fotocamera viene impressionato in modo nitido all’apertura dell’otturatore grazie al lampo flash; dopo di che l’otturatore rimane ancora aperto registrando il movimento fino al termine dell’intervallo di esposizione. Quello che si ottiene è tipicamente il soggetto che insegue la sua scia luminosa, ovvero la neve che sembra salire verso il cielo invece che cadere. Se invece il colpo di flash viene dato per ultimo, prima che l’otturatore si chiuda si ottiene il fiocco di neve che si lascia alle spalle la propria scia.