Il mercato delle fotocamere digitali compatte ha raggiunto ormai una certa maturità e i produttori, dopo essersi sfidati a chi proponeva sensori con più megapixel, cercano ora di attrarre clienti puntando sulla qualità di altri particolari, magari anche di nicchia. Le potenzialità delle ottiche, dimensioni e peso sono ormai elementi di forte differenziazione, così come i materiali impiegati per la costruzione.
Il mercato offre fotocamere da taschino e bridge superzoom, con escursione tale da coprire ogni situazione d'uso nell'impiego amatoriale. Nella fascia media solitamente si trovano proposte con un numero abbastanza elevato di megapixel, zoom compresi tra 3x e 10x e ingombri leggermente inferiori alle dimensioni delle vecchie compatte a pellicola.
Sempre in questo segmento gran parte delle proposte offre alti livelli di automatismo, ma si trovano anche alcune macchine fotografiche dedicate ai più esperti, con molte funzionalità dotate di regolazioni manuali, che spesso però sconfinano nella fascia superiore.
Negli ultimi tempi i produttori hanno dato grande importanza alle capacità grandangolari dell'ottica, alla stabilizzazione ottica e software, all'entità del macro e alle funzionalità software aggiuntive. Tra queste ultime troviamo la tecnologia Face Detection e le funzionalità di post-produzione in macchina.
Anche Ricoh, nel progettare la sua Caplio R8, protagonista di questa recensione, ha tenuto in considerazione questi fattori, potendo contare su un'offerta dedicata ai più esperti già ricca dei modelli della serie G. La serie R si caratterizza invece per le molte funzioni lasciate agli automatismi della fotocamera.
