Una volta familiarizzato con il menù, l’utilizzo della Sony alpha-350 è davvero piacevole, sarà per le ridotte dimensioni ed il peso contenuto che ne fanno una reflex da città, scattare è semplice e l’esposimetro a nido d’ape da 40 segmenti si adatta con facilità alle diverse situazioni di luce. Nonostante l’autofocus sia dotato di un modulo a croce da 9 punti ed integri la funzione di messa a fuoco con lo sguardo, non eccelle per velocità anche se, a suo favore, le occasioni di front-back focusing sono veramente rare.
Le sensazioni che si provano nell’utilizzo di questa entry-level sono contrastanti: da una parte si scoprono determinate caratteristiche che andrebbero curate con più attenzione, dall’altra ci si stupisce di dotazioni funzionali e facilmente accessibili. Per mettere sul piatto della bilancia pro e contro sono sicuramente da lodare: il sistema di gestione del flash, che permette anche solo con l’illuminatore integrato una gestione totale da parte dell’utente per quanto riguarda compensazione, sincronizzazione sulla prima o sulla seconda tendina, opzione di fill-in preimpostata od attivabile manualmente; possibilità di regolare con semplicità il bilanciamento del bianco effettuando degli aggiustamenti di fino attraverso un interfaccia semplice ed intuitiva; possibilità di sovrimporre l’istogramma e l’avvertimento alte luci sulle foto in presentazione sullo schermo LCD, per chi pensa che non sia di utilità su di una macchina destinata ad una famiglia in vacanza, vi lasciamo riflettere sul fatto di quanto risulti utile potersi rendere conto di avere o meno bruciato una foto.
Dall’altra parte determinate finiture potevano essere migliorate: il mirino è piccolo e poco luminoso, la regolazione diottrica manca di tacche graduate, per lo meno di quella centrale; il tasto di compensazione esposizione è scomodo da raggiungere ed obbliga ad allentare la presa sull’impugnatura. Ne potrebbe risultare una descrizione dissonante ma queste discrepanze generano una mancanza di continuità tra il lato software ed il lato hardware, inteso come fisicità, struttura, finiture meccaniche della fotocamera. Non per questo ledendo le potenzialità di un apparecchio che riteniamo di sostanza.