Ci capita spesso di sottolineare come il mercato delle fotocamere digitali compatte sia ormai maturo, con alcuni settori ben saturati di proposte e altre nicchie di mercato in via di sempre maggiore occupazione da parte di più di un produttore. Dopo una iniziale corsa a chi riusciva a stipare più megapixel sui piccoli sensori da 1/2,5" o 1/2,3", i produttori hanno optato per una stabilizzazione dell'offerta attorno ai 10-12 megapixel per i prodotti più performanti, spostando l'attenzione di ricerca e marketing verso altre caratteristiche.
Stile, design, compattezza, prestazioni ed estensione dell'ottica, capacità di registrare filmati, stabilizzazione dell'immagine, funzionalità software innovative, sono le strade che i produttori hanno imboccato per fornire un'offerta sul mercato differenziata e accattivante per il consumatore. Ognuno, analizzando bene le proposte sul mercato, è quindi, in teoria, in grado di trovare il prodotto che meglio si può adattare alle sue esigenze.
Spesso a fare la differenza non sono quei particolari esaltati dal marketing e utilizzati a volte come specchietti per le allodole, quali la risoluzione o l'estensione dello zoom, ma quegli elementi di flessibilità che riescono a personalizzare l'uso della fotocamera, rendendola una vera e propria estensione della propria mano. Per alcuni potranno essere, ad esempio, gli elevati automatismi della macchina fotografica, per altri, invece, la possibilità di controllare in modo fine tutti i parametri in modo manuale.
In questa comparativa abbiamo messo a confronto tre fotocamere compatte di altrettanti importanti marchi nipponici, tutte accreditate di 10 megapixel di risoluzione, cercando di metterne in evidenza pregi e difetti, in modo che ognuno possa poi trarre il suo giudizio in merito al confronto. Quest'ultimo infatti non può essere univoco, ma dipende fortemente dalle esigenze di ciascuno.