Olympus E-620 è una fotocamera che si presenta con un corpo consumer ma che racchiude funzionalità avanzate adottate ad esempio sul modello di E-30, posizionandosi in una fascia intermedia che molto si avvicina ai modelli prosumer. Art filters, che permettono di scattare immagini ottenendo effetti fotografici tipice della post produzione, ed esposizioni multiple ampliano le potenzialità creative di un modello indirizzato agli amatori evoluti.
Il sensore è un Live Mos da 12,3 Mp in formato Quattro Terzi, i dati immagine vengono elaborati dal processore TruePic III+ Image Processor. Tra le funzionalità derivate dalla sorella maggiore E-30 troviamo il modulo autofocus che si appoggia a 7 punti, di cui 5 a croce e quindi attivi su entrambi gli assi. La rivelazione di fase permette di integrare un solido algoritmo di AF continuo, utile nelle riprese di soggetti in movimento.
Lo schermo LCD da 2,7” da 230.000 pixel,
è lo stesso che equipaggia l'ammiraglia E-3 e può essere estratto dalla sua sede e ruotato fino a 270°, facilitando le riprese
con live view attivo. Il formato 4:3 non è congeniale a tutti, dal menù della Olympus E-620 si
può però scegliere di adottare il formato 3:2, 16:9 oppure 6:6. Face detection
e funzione di ampliamento della gamma dinamica Shadow Adjustment Technology
completano la dotazione software. Ulteriore caratteristica avanzata
difficilmente individuabile in altri modelli di classe similare, è la
possibilità di comandare fino a tre gruppi separati di flash esterni comandati
via wireless. Il prezzo indicativo è di 700 dollari solo corpo.
Non reflex ma neanche bridge, questa può essere la definizione delle hybrid
camera, su cui diversi produttori hanno deciso di puntare. Il settore di fotocamere ibride
è
in costante evoluzione fin dal lancio dello standard Micro Quattro Terzi allo
scorso Photokina e le novità presentate da Samsung e Panasonic ne sono un
esempio. Panasonic ha presentato la GH1, la seconda generazione di fotocamere
Micro Quattro Terzi che adotta lo stesso sensore delle reflex Quattro Terzi ma
elimina la presenza dello specchio. Il tiraggio dell’obiettivo è di conseguenza
ridotto e ciò permette l’implementazione di obiettivi di dimensioni ridotte.
Vista la mancanza dello specchio, e quindi del mirino ottico a pentaprisma,
il puntamento viene demandato allo schermo posteriore tramite live view e al
mirino elettronico.
Proprio il mirino elettronico della Panasonic GH1 lascia piacevolmente sorpresi, soprattutto grazie al refresh di 60 Hz e al display da 1.440.000 punti che lo candidano a sostituto senza rimpianti del mirino ottico, tanto risulta fluida, luminosa, e definita l’immagine riprodotta in esso.
Panasonic GH1 sfrutta un processore Live Mos da 12,1 Mp di risoluzione e monta il processore di immagine Venus Engine HD dotato di doppia CPU. La fotocamera raggiunge le performance che i tecnici Panasonic avevano annunciato come road map, durante il lancio della sorella G1: stiamo parlando della registrazioni di filmati in formato Full HD.
Il fatto di poter registrare filmati AVHCD full HD 1080/24p non è di per sé una innovazione in un mondo dove le compatte da tempo consentono di fare la stesso. Se però associamo questa caratteristica a un sensore delle dimensioni di 18x13,5 mm, alla possibilità di mantenere attiva la messa a fuoco automatica durante il girato grazie ad obiettivi dedicati e alla presenza di un microfono stereo, allora Panasonic GH1 si pone all’avanguardia coprendo un range di potenzialità che accomuna fotocamere compatte, reflex digitali e videocamere.
Panasonic GH1 è stata lanciata insieme a due ottiche dedicate stabilizzate: Lumix G Vario HD 14-140 mm F/4-5,8 ASPH/MEGA O.I.S e Lumix G Vario 7-14
mm F/4 ASPH, ottimizzate per l'uso anche durante le riprese video; in
particolare è stata curata la silenziosità del motore autofocus, in modo che le
vibrazioni indotte da quest'ultimo non vadano ad inficiare negativamente l'audio
registrato durante i filmati.
Samsung NX è la diretta risposta a Panasonic, anche se quello che
abbiamo potuto vedere in fiera è solamente un prototipo. Anch’essa è una
fotocamera a lenti intercambiabili senza specchio che segue l’esempio del
consorzio Micro Quattro Terzi. Il modello NX è definita dalla stessa Samsung a tutti gli
effetti una hybrid camera.
Il concetto dietro il mock up è lo stesso di Panasonic, utilizzare un corpo macchina compatto senza rinunciare alle ottiche intercambiabili di qualità che contraddistinguono le fotocamere reflex. Per attuare questa strategia viene eliminato lo specchio sfruttando il mirino elettronico ed il tiraggio degli obiettivi viene ridotto del 60%.
Il sensore adottato è un formato APS-C, lo stesso formato adottato da gran parte delle reflex di fascia medio bassa. Samsung NX sarà disponibile a partire dalla seconda metà del 2009 e sicuramente nei negozi per natale, Samsung punta molto su tale segmento prevedendo una occupazione di mercato del 20% entro il 2012.