Dovendo sintetizzare in poche righe le nostre impressioni sul PMA 2009 dobbiamo sicuramente sottolineare come la crisi economica a livello mondiale si sia rispecchiata in modo chiaro nella partecipazione di pubblico e addetti ai lavori. Non solo nei padiglioni del Convention Center di Las Vegas non c'era la ressa che caratterizzava le scorse edizioni, ma gli stand stessi dei produttori erano ispirati a concetti di sobrietà, senza gli eccessi tipici di questo tipo di manifestazioni.
Le novità non sono comunque mancate, ma anch'esse hanno puntato più alla sostanza che all'apparenza, le trovate tutte sintetizzate nel minisito che abbiamo dedicato all'evento. La mancanza di annunci di prima importanza da parte dei grandi marchi ha permesso al sottobosco di produttori di accessori legati al mondo della fotografia di emergere e porsi con forza all'attenzione del pubblico, forse per la prima volta dall'avvento del digitale, che negli ultimi anni ci ha abituato a novità annunciate in pompa magna ogni sei mesi.
È un mondo di aziende che si riscopre più a misura di fotografo, più attento alla fase di scatto e a quella di ottimizzazione dello scatto. Un mondo che per la prima volta da parecchio tempo a questa parte si scopre non più dominato dai soli numeri relativi a megapixel e ISO, ma che riscopre lo scatto come atto creativo personale, con la tecnologia a fare da spalla e non da protagonista. Qualcuno a questo punto potrebbe commentare che la crisi ci voleva e che forse è un bene sia arrivata. Non ci sentiamo di unirci a tale filosofia, ma apprendiamo con piacere il rinato interesse del pubblico nella fotografia come processo creativo complesso e non solo come pressione del pulsante di scatto e registrazione dei dati provenienti dal sensore su una scheda di memoria. Con queste premesse attendiamo con curiosità il prossimo Photoshow, in svolgimento a Milano dal 27-30 marzo, per vedere se anche la kermesse italiana riproporrà i temi visti al PMA.