Anche la fotocamera deve essere impostata correttamente: una volta scelta la focale di ripresa, questa non deve variare nei diversi scatti ed anche la messa a fuoco deve essere costante. Nelle fotocamere reflex questo è molto semplice poiché basta impostare la messa a fuoco in manuale; per le bridge e le compatte bisogna fare riferimento alla opzione di messa a fuoco manuale se presente oppure impostare la compatta nelle modalità di ripresa panorama, in modo che la messa a fuoco avvenga all'infinito. In questa modalità è inoltre possibile contare, nella quasi totalità del casi, su una sovrapposizione a schermo dei differenti scatti, in modo da semplificare la ripresa di una panoramica corretta.
Prima di scattare è bene eseguire una carrellata con la fotocamera senza scattare, in modo da valutare quale sarà il numero di fotogrammi che permetterà di coprire il campo prescelto e, nel contempo, individuare l'esposizione media corretta. Determinate zone risulteranno necessariamente sottoesposte, mentre altre risulteranno sopraesposte: questo non è un problema a patto di osservare un escursione di più o meno 1 EV rispetto alla esposizione corretta. Scelta la coppia tempo diaframma che meglio espone l'intero panorama secondo i criteri sopra elencati, si eseguono tutti gli scatti uno di seguito all'altro. Senza fretta, ma con costanza in modo da limitare gli spostamenti dalla posizione di ripresa, in una manciata di secondi si otterranno le singole immagini che costituiranno il panorama da ricostruire.
Questa immagine del porto di Luino mette in evidenza diversi errori: un esempio lo si trova nella barca in primo piano, senza prua, poiché il software di stitching non è riuscito a collegare correttamente le zone che subiscono maggiore distorsione. Distorsione dovuta in parte all'obiettivo ma in larga maggioranza all'errore di parallasse commesso in fase di scatto. Il risultato finale è il taglio delle zone vuote. Se esistono soggetti del primo piano importanti per l'inquadratura finale, è bene dare spazio agli stessi in modo da avere margine di taglio nelle fasi finali dell'errore. L'errore di parallasse è evidenziato anche negli ingrandimenti relativi ai due cerchi rossi, i quali mostrano la scorretta giunzione del pontile.
Fotocamera Nikon, interfaccia relativa alla fiunzionone di
Panorama Assistito
Molte fotocamere compatte e bridge possiedono una funzione di assistenza alle foto panoramiche e consentono di visualizzare sullo schermo lcd la porzione di immagine che deve essere sovrapposta per ottimizzare lo stitching. Se presente sulla propria fotocamera è bene sfruttare questo utile aiuto. Finora sono stati proposti degli esempi riferiti a panorami orizzontali, ma nulla vieta di sperimentare con panorami verticali od addirittura sfruttare le metodologie utilizzate per produrre un panorama per ottenere una foto in formato standard ma dalle dimensioni e risoluzione utili ad una stampa poster.
Imm.1 - Esterno di una chiesa ripreso con obiettivo Canon Fish Eye
15 mm F/2,8 su formato APS-H
L'immagine sopra è stata ripresa utilizzando un obiettivo ultragrandangolare fisheye che ha permesso di abbracciare un ampio angolo di campo. Obiettivi di questo tipo restituiscono il senso di profondità dell'immagine ma d'altra parte pagano il prezzo di una spiccata distorsione. Non tutti possiedono un obiettivo di questo tipo o hanno intenzione di investire in un vetro che useranno limitatamente. Le tecniche panoramiche sono utilizzate per generare immagini similari con obiettivi standard, magari dividendo l'intera inquadratura in una matrice di foto da scattare singolarmente e poi unire in postproduzione.
Imm. 2 - Foto composita: tre scatti orizzontali dal basso in alto e
due scatti verticali, uno per lato; Canon 17-85 mm IS F/3,5-5,6 su
formato APS-C
La stessa chiesa precedentemente ripresa con il fisheye, viene ora fotografata con uno zoom standard tramite una matrice di 5 scatti: 3 scatti orizzontali a comporre la facciata della chiesa ed il piazzale dall'alto in basso e 2 scatti verticali, uno per lato ad includere il prato ed i lampioni. Il software che ha generato l'immagine composita ha distorto le singole immagini per poterle unire tra loro in maniera uniforme ed ha lasciato delle zone vuote (nere), in corrispondenza delle informazioni mancanti.
Imm. 3 - Dopo l'eliminazione delle zone vuote si ottiene nuovamente
una foto in formato 3:2 composta da 5 immagini a piena risoluzione
Il risultato restituito nell'immagine 2 è funzionale se pensato in termini di ricchezza di dettagli: si è ottenuta infatti un immagine di 8347x7659 pixel a 300 dpi, che rappresenta la stessa porzione di mondo dell'immagine 1, delle dimensioni di 4096x2731 pixel a 300 dpi. Eseguendo una ulteriore elaborazione in postproduzione vengono clonate le parti di cielo mancanti e vengono raddrizzate le linee di fuga dopo aver eseguito il taglio necessario, fino ad arrivare all'immagine 3. Le proporzioni tra immagine 1 e 3 sono similari ma ottenute con due tecniche differenti; con questo non stiamo parlando della bontà dell' uno o dell'altro approccio ma della possibilità di ottenere immagini confrontabili fotograficamente ma estremamente diverse dal punto di vista della quantità di informazione.
Canon 17-85 mm IS F/3,5-5,6 su formato APS-C, 5 immagini verticali da sinistra a destra
Una ulteriore applicazione è quella di posizionare il soggetto all'interno di un contesto che non è possibile riprendere con la focale disponibile: nella foto sopra sarebbe stato impossibile abbracciare l'intero braciere e nel contempo includere i cacciatori sullo sfondo a destra con l'obiettivo da 17 mm su formato APS-C; cinque scatti verticali hanno permesso di allargare il campo di vista ed ottenere un diverso tipo di prospettiva.
Nei pochi esempi presentati si può notare come obiettivo grandangolare e panorama non siano concetti necessariamente legati. Si può ottenere un panorama con qualsiasi tipo di focale: dal supergrandangolo fish eye fino al tele da 200 mm o più. Molto spesso capita che la possibilità di unire più scatti in un'unica foto venga incontro all'incapacità di far rientrare tutto lo spazio che si osserva in un unico fotogramma, dovuto ad esempio ad un obiettivo inadeguato e/o ad una posizione che non consente di arretrare ed abbracciare una maggiore porzione di orizzonte.