Un po' in controtendenza con le scelte degli altri produttori di reflex, la Olympus E-3 è stata un modello molto longevo, che a tutt'oggi può fregiarsi dell'appellativo di ammiraglia della gamma dell'azienda nipponica. Mentre i modelli entry-level si sono succeduti abbastanza in fretta, con l'affiancamento di reflex più orientate verso il segmento medio di mercato, la E-3 è rimasta in cima alla gamma Olympus, ricevendo nel contempo 4 aggiornamenti fimware per stare al passo coi tempi. Una scelta che gli appassionati che hanno acquistato una E-3 avranno sicuramente apprezzato, al contrario di chi si è visto rimpiazzare da altri produttori la propria prosumer nel giro di nemmeno un anno.
Arrivati a questo punto però un totale aggiornamento della flagship Olympus è doveroso, in quanto le sue prestazioni cominciano ad essere messe molto alla corda anche da parte di modelli concorrenti da poco sul mercato, ma proposti a prezzi ben inferiori. Considerata la sua longevità la Olympus E-3 ha retto bene la concorrenza, presentandosi con caratteristiche di qualità ai suoi esordi. Rispetto alle concorrenti di pari segmento la E-3 rappresenta di sicuro una scelta particolare, visto il formato 4:3 del sensore Live-MOS e le sue dimensioni, inferiori a quelle degli APS-C e pari a metà di quelle di un sensore full-frame.
Come per tutte le reflex QuattroTerzi questo comporta pregi e difetti, anche se alcuni di questi ultimi sono parzialmente attenuati in questo modello; ci riferiamo in particolare al mirino che, nonostante sensore, e quindi bocchettone, siano più piccoli della concorrenza, si presenta come ampio, luminoso e caratterizzato da una copertura del 100%. La particolarità del formato FourThirds permette di costruire obiettivi di qualità di dimensioni e peso ridotte e il fattore di moltiplicazione 2x strizza l'occhio a chi è in cerca di focali equivalenti lunghe, coniugate a portabilità del parco obiettivi.
Alla prova dei fatti la Olympus E-3 esce bene dai test, anche se il confronto con le ultime uscite della concorrenza, anche in considerazione del prezzo di acquisto ancora abbastanza elevato (circa 1200 euro per il solo corpo), potrebbe scoraggiare diversi fotografi dall'acquisto. Considerate le dimensioni ridotte del sensore la fotocamera offre una buona gestione del rumore fino a 1600 ISO, seguendo la filosofia che Olympus ha sempre adottato sulle sue reflex, dove la comparsa di una grana anche evidente è preferita alla cancellazione dei particolari più fini da parte dell'algoritmo di riduzione del rumore.
Il corpo solido, tropicalizzato, resistente agli spruzzi, permette di non avere troppa cura della macchina fotografica e di poter scattare tranquillamente in outdoor anche in condizioni atmosferiche moderatamente avverse. Il display orientabile, oltre ad essere un ottimo supporto nell'uso del Live-View, è anche ripiegabile in modo da proteggere il vetro da graffi e colpi. Il Live-View non è dell'ultima generazione e non permette la messa a fuoco basata sul contrasto con le immagini riprese dal sensore e quindi richiede l'abbassamento dello specchio per attivare il Sensore AF. Quest'ultimo è formato da 11 punti a doppia croce e ha dimostrato di operare con precisione e velocità anche in ambienti scuri e in soggetti poco contrastati, potendo contare sulla doppia lettura di ogni punto, oltre che in orizzontale e verticale.
In conclusione, prima di lasciarvi alla galleria fotografica, la Olympus E-3 ha sicuramente rappresentato un tassello fondamentale nella storia delle reflex digitali Olympus ed è ancora oggi una reflex in grado di regalare importanti soddisfazioni a chi la acquista. In casa Olympus c'è però aria di rinnovamento ed è probabile che nei prossimi mesi la E-3 veda la nascita di un'erede; chi fosse attirato dalle ammiraglie di casa Olympus forse farebbe bene in questo momento a mettersi in attesa per vedere cosa offrirà il futuro dell'azienda nipponica, potendo sempre contare su un taglio dei prezzi delle E-3 a magazzino in caso di uscita di un nuovo modello.