Nel corso del secolo scorso la fotografia ha seguito un percorso che gradualmente l'ha portata ad aprirsi a un pubblico sempre più ampio e sempre meno specializzato. Nella storia Olympus una delle pietre miliari è sicuramente l'anno 1959, nel corso del quale fu lanciato sul mercato la prima Olympus Pen, nata dalla matita di Yoshihisa Maitani. Il concetto di base era semplice: creare una fotocamera facile da usare e da portare con sé come una penna. Il processo creativo ebbe inizio con l’idea di realizzare una fotocamera che potesse essere comprata con 6.000 yen, ovvero l’equivalente di un salario mensile.
La scelta fu quella del mezzo formato, una scelta progettuale che consentiva di utilizzare le pellicole 35mm standard, pur conservando dimensioni compatte di corpi e ottiche. In quegli anni infatti le dimensioni delle fotocamere 35mm non le rendevano così trasportabili da essere un oggetto adatto al pubblico di massa. Le mezzo formato esponevano metà di un fotogramma alla volta e consentivano la costruzione di ottiche più compatte, oltre a permettere il doppio degli scatti per ogni singolo rullino. In particolare peso e dimensioni furono la chiave del successo di questo tipo di fotocamere, oscurato negli anni '70 quando le formato pieno cominciarono a beneficiare anch'esse di ottiche e corpi compatti e portatili.
Altra chiave del successo delle Olympus Pen fu la semplicità di utilizzo: la Olympus Pen EE può essere definita una delle prime fotocamere point&shoot, richiedendo, grazie al fuoco fisso e all'esposizione automatica, la sola pressione del tasto di scatto per l'esposizione del fotogramma, senza calcoli sulla coppia tempo-diaframma e sulla distanza di messa a fuoco. Interessante notare che, se fino al 1961 il 98% delle macchine fotografiche era acquistata da uomini, l’introduzione della Olympus Pen EE vide crescere la percentuale delle acquirenti femminili al 33%.