Abbiamo testato la Canon Eos 5D Mark II equipaggiata con lenti Canon serie L per verificare l'intero sistema al massimo delle proprie prestazioni e i risultati non hanno deluso. Canon Eos 5D Mark II fa sentire il proprio peso di 801 g senza batteria; equipaggiata con lo zoom grandangolare 16-35 F/2,8 L cade pesantemente in mano. Nonostante questo i pesi sono ben bilanciati e l'impugnatura ampia consente di tenere saldamente la fotocamera.
L'ergonomia generale è quella cui Canon ha abituato i propri appassionati e permette di gestire molto velocemente la modifica di parametri di scatto e voci di menu. Unico neo lo troviamo nella ghiera di selezione delle modalità di ripresa: la posizione sporgente sulla spalla sinistra del corpo macchina e lo scatto fluido che la caratterizzano risultano disagevoli quando ci si sposta con la fotocamera a spalla. Infatti la frizione del corpo macchina contro il busto e l'avambraccio modifica spesso il programma impostato sulla ghiera. Nel momento in cui si deve imbracciare la fotocamera per scattare al volo ci si può trovare nella spiacevole situazione di ottenere un esposizione sbagliata.
Senza ricorre alla gestione immagine offerta dagli algoritmi di ottimizzazione della luce o di priorità alte luce, la resa nelle immagini con elevato contrasto è ottima e lascia spazio a molte sfumature colore e buoni dettagli anche nelle ombre. Canon Eos 5D Mark II gode infatti di una gamma dinamica di circa 8,4 EV che si discosta poco dal valore offerto dalla vecchia Eos 5D e lascia una migliore lettura delle ombre. Rispetto alla gamma dinamica offerta dalla ammiraglia Canon Eos 1Ds Mark III non si osserva una differenza molto grande anche se la leggibilità della 1Ds delle ombre viene maggiormente enfatizzata. Tutt'ora Sony Alfa 900 rimane l'avversaria che che mette al tappeto le concorrenti con una gamma di 9,4 EV.
Priorità alte luci OFF | Priorità alte luci ON |
Ottimizzazione luce standard | Ottimizzazione luce bassa |
Ottimizzazione luce elevata | Ottimizzazione luce elevata + priorità alte luci |
Attivando la funzione priorità alte luci, la fotocamera riduce il range di sensibilità tra 200 e 6400 ISO e modifica la curva delle immagini in modo da recuperare informazioni in prossimità delle alte luci. Come è possibile leggere dagli istogrammi, la perdita di contrasto dell'immagine viene compensata da una migliore lettura delle zone chiare e delle zone scure. La funzione ottimizzazione automatica della luce è impostabile invece su tre livelli differenti: standard, bassa e alta.
Al contrario dell'algoritmo priorità alte luci, l'ottimizzazione automatica della luce sacrifica buona parte delle sfumature alla destra dell'istogramma ed enfatizza i valori relativi a mezzi toni e ombre. Passando dall'impostazione standard a quella elevata, l'immagine subisce una generale perdita di contrasto. Grazie all'aggiornamento firmware entrambi gli algoritmi possono essere utilizzati contemporaneamente, l'effetto ottenuto vede una leggera schiarita delle ombre senza la perdita di contrasto che caratterizza i due algoritmi usati singolarmente.
La lettura esposimetrica della Canon Eos 5D Mark II risponde con prontezza ai repentini cambi di illuminazione risolvendo egregiamente situazioni critiche come quella esemplificata in figura, dove lo sputafuoco su fondo misto ha restituito una esposizione corretta della fiammata, assistita solo da una live sottoesposizione da parte del fotografo.
Il modulo autofocus consente di inseguire il soggetto con una bassa percentuale di fallimento in modalità predittiva e anche in condizione di scarsa illuminazione non abbiamo rilevato problemi nell'agganciare il soggetto. A differenza delle ammiraglie 1D e 1Ds, l'utilizzo di obiettivi di apertura massima inferiore a F/6 ,3 è penalizzato, infatti il modulo autofocus a croce non regge dei vetri meno luminosi.