Sotto la pelle sono cambiate tante cose, aspetti alla base dell'innovazione tecnica che vede la nascita della Eos 7D. Partiamo analizzando la struttura metallica in lega di magnesio che costituisce lo scheletro del corpo macchina. Canon Eos 7D non si può dire tropicalizzata, prerogativa che contraddistingue unicamente la serie 1; d'altra parte l'assemblaggio di precisione e l'utilizzo di materiali ad alta densità, associato alla dotazione di guarnizioni nei punti sensibili, pone la Eos 7D in una posizione che potremmo definire "sigillata" rispetto agli agenti atmosferici.
In verde il profilo dell'assemblaggio di alta precisione dello scheletro metallico, in rosso la posizione delle guarnizioni di gomma
Se volessimo fare un paragone potremmo dire la Eos 7D migliore della Eos 5D ma non ai livelli della serie 1D Mark III dal punto di vista della protezione dall'infiltrazione di acqua e polvere. Solo la Eos 1N potrebbe essere alla pari. Come su tutto il sistema Eos di ultima generazione la polvere sul sensore viene eliminata grazie al sistema ICS.
Il cuore del sistema è un sensore ridotto APS-C delle dimensioni di 22,4x14x9 mm costruito riducendo lo spazio tra microlenti e fotodiodi attraverso la metodologia gap-less. Le microlenti più vicine ai fotodiodi migliorano il rapporto segnale rumore assieme ad una riduzione della circuiteria di controllo. Quanto dichiarato da Canon è che il lavoro congiunto tra geometria rinnovata e capacità del processore DiGiC IV restituiscano immagini a 6400 ISO aventi lo stesso rumore di immagini scattate a 1600 ISO con processore DiGiC III.
Non avendo potuto utilizzare schede di memoria sul sample visionato durante la conferenza stampa, non possiamo verificare ora questi dati che dovranno attendere una recensione più dettagliata. Siamo curiosi di vedere se l'aver stipato 18 Mp su di un sensore a formato ridotto renda realmente possibile un contenimento del rumore così elevato. Il cervello del sistema è invece costituito da ben due processori DiGiC IV che lavorano in parallelo tra loro per consentire le performance di cui è capace la Eos 7D.
Non ci stiamo riferendo solo agli 8 fps di scatto a raffica ma, anche alla potenza di calcolo necessaria a gestire il nuovo sistema AF a 19 punti associato al sistema esposimetrico iFCL a 63 zone. In particolar modo il sistema iFCL è basato su di un nuovo sensore esposimetrico a doppio strato capace di integrare le luminanze e crominanze delle componenti blu e verdi, cui l'esposimetro è maggiormente sensibile, con le informazioni di distanza per ottenere la migliore esposizione. Nella pratica il primo strato del sensore è sensibile al rosso e al verde, mentre il secondo strato è sensibile al blu e al verde, calcolando la differenza tra i due strati è possibile effettuare una misura corretta.