Come specificato all'inizio dell'articolo, Leica M9 propone una gamma di sensibilità che si estende da 80 a 2500 ISO, analizziamo il grado di nitidezza offerto dal sistema obiettivo-sensore-processore tramite le mire ottiche.
Il comportamento rimane estremamente omogeneo a tutte le sensibilità e a tutte le aperture mettendo in luce sia l'ottimo lavoro fatto dal punto di vista di progettazione del sensore e dell'algoritmo di demosaicing che della qualità ottica offerta dall'obiettivo in dotazione. Se a 80 ISO possiamo osservare circa 56 lp/mm a partire da 200 ISO tale valore rimane di difficile lettura e vengono perse una coppia di linee pari, la risoluzione spaziale offerta dalla fotocamera si attesta quindi a 51 lp/mm fino alla massima sensibilità di 2500 ISO, un valore corrispondente a 2448 LW/PH.
Il contributo di moirè e insorgenza di cromatismi fantasma diventa ben visibile a partire da 800 ISO, sensibilità che può essere utilizzata in sicurezza ma che necessita di un leggero filtraggio in postproduzione. Per capire meglio come possa conservarsi una buona nitidezza alle alte sensibilità e come nel contempo i cromatismi fantasma pregiudichino la lettura vi proponiamo una versione alternativa dello studio del rumore alle Gretag Macbeth, che in questo caso abbiamo preferito effettuare sulle mire ottiche stesse, mettendo in luce un particolare ingrandito al 100%.
80 ISO | |
200 ISO | |
400 ISO | |
800 ISO | |
1600 ISO | |
2500 ISO |
Come si può notare dalla tabella, fino a 400 ISO i file prodotti sono nitidi e puliti, a partire da 800 ISO il contributo di macchie di colore si fa sempre più consistente e viene accompagnato da fenomeni di moirè in particolar modo nella risoluzione di alte frequenze spaziali in direzione orizzontale.