Confrontare il glorioso passato del marchio Kodak con le videocamere tascabili della serie Z e la nuova strategia "social" potrebbe sulle prime lasciare un po' perplessi e far inorridire i nostalgici. In realtà agli albori della fotografia proporre la prima punta&scatta avrà fatto gridare allo scandalo i puristi dell'arte fotografica dell'epoca, sicuramente preoccupati che una democratizzazione del mezzo fotografico potesse rappresentare la fine della fotografia come arte. In realtà Kodak a quei tempi ha avuto ragione delle sue mosse, diventando poi riferimento per le pellicole in ambito amatoriale.
Al giorno d'oggi tutti fotografano e la diffusione delle fotocamere digitali è davvero democratica, attraversando la società da un capo all'altro. Effettivamente la nuova frontiera sono i video: quasi tutti possono girare un video, magari con il proprio telefonino, ma le fasi di scarico dei contenuti sul PC, la postproduzione e la condivisione, non sono ancora un processo così semplice e lineare.
Kodak propone allora la videocamera da taschino, con una qualità molto maggiore di un cellulare, dotata di cavo per la connessione diretta al PC e con un software (installabile alla prima connessione) per la prima elementare postproduzione e per l'invio semplice ed immediato dei contenuti sui più noti social network. Si tratta di una mossa votata ad avvicinare al mondo video una fetta di pubblico più ampia di quella attuale.
Questa strategia, unita alla presenza pervasiva nel mondo social, è certamente coraggiosa per un marchio come Kodak, che ha alle spalle una storia importante, precisa e ancora fresca nella memoria degli utenti. Al momento non si può esprimere un giudizio netto, sarà il tempo a decretarne o meno il successo: per adesso possiamo limitarci a dire che i prodotti attualmente in gamma offrono semplicità d'uso e qualità difficili da trovare così ben combinate e possono rappresentare una buona scelta per chi volesse avvicinarsi in punta di piedi al mondo del video.