Quando i produttori avevano presentato i primi mock-up di fotocamere ibride (compatte, con lenti intercambiabile e sensori di grosse dimensioni, ma senza specchio) il pubblico si era diviso in due fazioni distanti nelle opinioni: da una parte tutti quelli che accoglievano con grande curiosità e positività questi prodotti inediti, intravedendo le grandi possibilità offerte da corpi compatti, ma dotati di sensori in formato ampio (Quattro Terzi e APS-C) e soprattutto di ottiche intercambiabili; dall'altra i puristi del mirino ottico, molto sospettosi nei confronti di questa stana contaminazione.
Il primo dei due partiti sembra essere quello che al momento prevale e sempre nuovi produttori si stanno aggiungendo alla schiera. Sony è l'ultimo marchio in ordine temporale, ma molti altri sembrano essere pronti per calcare le scene. Il produttore nipponico ha messo in mostra i mock-up di quella che dovrebbe essere la sua prima ibrida, il cui annuncio è previsto nel corso dell'anno, con tutta probabilità al Photokina 2010.
Samsung aveva creduto nel progetto ibrido fin quasi dalla prima ora e a breve la sua NX10 dovrebbe arrivare sul mercato in tutti i paesi. Al PMA 2010 il produttore coreano ha annunciato che nel corso dell'anno arriveranno 5 nuovi obiettivi, portando a 8 il parco lenti della sua soluzione ibrida. I nuovi obiettivi vanno in due direzioni: da un lato offrire un vetro base per kit a basso prezzo, il 18-55mm non stabilizzato, e un tuttofare adatto a tutte le tasche, il 18-200mm, dall'altro con il 20mm f/2.8 pancake e il 60mm f/2.8 macro, dare maggior lustro alla gamma.
Ricoh ha proposto a novembre la sua particolare interpretazione del tema, con la sua GXR che si presenta come un corpo macchina modulare, al quale è possibile agganciare diverse unità composte da sensore più ottica, ognuno ottimizzato per un particolare ambito. Le due novità presentate al PMA 2010 chiariscono le intenzioni di Ricoh, ossia quella di fornire al pubblico un sistema modulare tutto fare, che sappia adattarsi alle esigenze dei fotografi: da una parte troviamo infatti un modulo con sensore di piccolo formato CMOS back-illuminated e ottica 28-300mm equivalenti, che si pone in concorrenza con compatte e bridge e si affianca al precedente modulo 24-72mm, dall'altro un modulo con sensore APS-C da 28mm con apertura massima f/2.5, che si affianca al precedente modulo da 12 megapixel (sensore uguale alla Nikon D90) di focale 35mm e diaframma massimo f/2.5.
Sigma ha in gamma sia reflex sia compatte con ottica fissa basate su sensori APS-C Foveon X3 e sembrerebbe a tutti una mossa abbastanza logica l'entrata nel mercato delle ibride, avendo già esperienza nei due settori direttamente confinanti. Questo pare essere anche il pensiero dei vertici dell'azienda, almeno stando alle parole del Chief Operating Officer, Kazuto Yamaki, che ha rilasciato un'intervista a DPReview confermando che Sigma svilupperà una ibrida con sensore Foveon X3. Sigma sembra inoltre interessata al mercato degli obiettivi per questo tipo di fotocamere, riversando nel settore tutta la sua esperienza accumulata negli anni producendo vetri per le reflex di altri produttori.