Il nome scelto da Sony per la categoria dovrebbe essere CSC Compact System Camera e la compattezza è il tema fondamentale delle nuove NEX-5 e NEX-3, il cui nome deriva dal'acronimo New E-mount eXperience. Pur utilizzando un sensore in formato APS-C le due neonate fotocamere sono più compatte delle corrispondenti sorelle del consorzio Micro Quattro Terzi, scontando però nelle lenti la più ampia superficie dell'elemento sensibile: l'ottica pancake 16mm F2.8, che equipaggia il kit di entrata di entrambe le fotocamere, è infatti di dimensioni comparabili allo zoom 14-42mm di casa Olympus quando chiuso grazie allo schema collassabile.
Per mantenere la massima compatteza del corpo Sony ha dovuto rinunciare a uno dei capisaldi della sua produzione reflex, la stabilizzazione tramite spostamento del sensore, presente nella gamma Alpha fin dalla prima uscita A100. Il meccanismo di stabilizzazione è andato invece ad ingrossare le ottiche ed è presente sul 18-55mm del kit più costoso, è assente nel pancake 16mm e sarà presente in versione "active", la stessa introdotta sulle videocamere, nel tuttofare 18-200mm.
Il sensore APS-C che equipaggia le due nuove NEX è praticamente lo stesso CMOS Exmor da 14,2 megapixel integrato nella reflex Sony Alpha 550, che abbiamo recensito qualche tempo fa. Come sulla reflex di fascia media anche sulle nuove CSC il sensore è assistito dal processore d'immagine Bionz, che mette a disposizione tutta la potenza necessaria a gestire i dati in arrivo dall'elemento sensibile, abilitando funzionalità avanzate come l'ampliamento della gamma dinamica DRO (Dynamic Range Optimizer), la creazione automatica di scatti HDR (High Dynamic Range) e, novità introdotta su queste ibride, la possibilità di registrare video in alta definizione. Quest'ultimo settore è quello in cui le due fotocamere si differenziamo maggiormente, con la top di gamma NEX-5 in grado di registrare a 1080i in formato AVCHD e la più economica NEX-3 "ferma" al formato MPEG a 720p.