Aperture è un programma piuttosto vasto e complesso. Durante il periodo di prova abbiamo utilizzato il programma sia in maniera "analitica" per poter stilare le parti descrittive proposte nelle precedenti puntate, sia in maniera più "pragmatica", utilizzandolo cioè per la gestione di una piccola libreria di foto scattate nel tempo libero o durante le normali attività lavorative. Di seguito una serie di impressioni, che è importante considerare in congiunzione anche alle due puntate pubblicate in precedenza.
Innanzitutto le funzioni di catalogazione: se Places e Faces vengono proposti in un "vestito" che ammicca in direzione del pubblico più vasto, rappresentano parimenti due importanti strumenti per i fotografi professionisti che producono numerosi scatti nel corso della propria attività lavorativa. Assieme ad un accorto utilizzo dei commenti, del sistema di valutazione e delle etichette, Faces e Places consentono di poter "addomesticare" in maniera molto funzionale anche le librerie più vaste, permettendo di ritrovare gli scatti desiderati in pochi semplici click.
Sul versante delle funzionalità di modifica delle fotografie si ravvisa una buona flessibilità delle opzioni che il programma mette a disposizione. La revisione del sistema dei brushes ci è sembrata piuttosto efficace: in questa maniera l'utente ha la possibilità di apportare correzioni selettive alla fotografia, in maniera molto precisa, grazie anche al meccanismo che consente di rilevare i bordi dell'immagine entro i quali effettuare la correzione. Come già avevamo detto nella puntata precedente, questo meccanismo permette di ottenere risultati identici a quanto possibile utilizzando Photoshop ed il sistema delle maschere di livello, ma in maniera molto più immediata. L'editing di tipo non distruttivo, inoltre, permette di mantenere gli scatti originali al riparo da modifiche condotte erroneamente.
E' tuttavia necessario capire a fondo la filosofia del programma, per evitare di trovarsi dinnanzi ad uno strumento che non risponda alle proprie esigenze. Aperture (così come il concorrente Lightroom) è una soluzione espressamente mirata per gli impieghi di correzione fotografica, intendendo con questi termini tutte quelle operazioni che portano a modificare informazioni esistenti nello scatto e non a crearne di nuove: chi ricerca una soluzione di fotoritocco o di elaborazione artistica digitale in senso più ampio, non è ad Aperture che dovrà rivolgersi.
Per quanto concerne invece l'usabilità del programma si riscontra una generale coerenza nell'impostazione del software, in quanto molte delle operazioni disponibili, seppur con scopi differenti, vengono eseguite concettualmente allo stesso modo. Va detto comunque che un utilizzatore poco familiare con l'ambiente Apple ed in particolare con la logica di gestione che sta alla base della maggior parte dei programmi della Mela, potrebbe restare un po' disorientato al primo impatto con l'impostazione del programma. Prendiamo ad esempio il tab "Adjustments" dell'inspector: in esso vengono visualizzati tutti gli strumenti di modifica che abbiamo utilizzato per correggere la foto e gli effetti a quest'ultima applicati. Se da un lato questa scelta può rappresentare una soluzione funzionale per l'utente più "navigato", l'utilizzatore alle prime armi potrebbe avvertire una sensazione di smarrimento dinnanzi all'affollamento del tab Adjustment, soprattutto in presenza di strumenti magari non utilizzati per ritoccare lo scatto.
Sul versante dello sviluppo dei RAW in camera bianca, Aperture si posiziona piuttosto bene nei confronti della concorrenza dimostrando di avere una marcia in più nel recupero delle alte luci bruciate, anche se a patto di accettare l'introduzione di colori al limite del reale. Dove serve aprire le ombre, ma soprattutto contenere il rumore, le soluzioni che dividono la componente di luminanza e crominanza del disturbo risultano più comode da utilizzare, lasciando al fotografo più gradi di libertà nello scegliere l'approccio che più si addice ai suoi gusti e su quali aspetti scendere maggiormente a compromessi.
I requisiti di sistema ed il prezzo: per l'utilizzo di Aperture 3 Apple stabilisce i requisiti minimi in un sistema equipaggiato con processore Intel, 1GB di memoria RAM (sono richiesti 2GB per gli utilizzatori di Mac Pro), sistema operativo Mac OS X 10.5.8 o Mac OS X 10.6.2 o versioni più recenti, 1GB di spazio su disco per l'installazione dell'applicazione e della documentazione digitale e, opzionalmente, 7GB di spazio per la libreria di esempi. Non viene fatta alcuna menzione specifica per ciò che concerne una configurazione consigliata: Apple si limita solamente a suggerire, per una migliore esperienza d'uso, l'impiego con un sistema dotato di processore Intel Core 2 Duo. Aperture 3 viene proposto al prezzo di 199,00 Euro per quanto riguarda la versione completa, oppure al prezzo di 99,00 Euro per la versione aggiornamento da versioni precedenti del programma.
Sul fronte prestazioni non abbiamo rilevato particolari problemi. Va detto che per la prova abbiamo potuto utilizzare un sistema MacBook Pro 17 pollici di ultima generazione (la cui recensione verrà pubblicata nei prossimi giorni) equipaggiato con processore Intel Core i5 con frequenza operativa di 2,53GHz e con 4GB di memoria RAM. L'applicazione degli effetti e dei ritocchi avviene pressoché immediatamente, soprattutto nel caso si apporti una modifica selettiva tramite i brushes. Talvolta può accadere un ritardo nella visualizzazione dell'anteprima nel caso venga applicato un effetto all'intera fotografia, soprattutto se di grosse dimensioni, che in rari casi è sfociato addirittura nel blocco del programma (senza che, comunque, alcun dato andasse perso in quanto la modifica del parametro viene comunque registrata immediatamente).
Restando confinati nell'ambiente Apple, una domanda che potrà insorgere tra gli utenti di sistemi Mac è se Aperture può essere considerata un'alternativa ad iPhoto. La risposta non è univoca: certamente l'abbassamento del prezzo d'acquisto va ad avvicinarlo ad un pubblico più ampio, ma Aperture conserva comunque una serie di funzionalità che al fotoamatore "punta&clicca" possono non interessare, risultare superflue o addirittura troppo complicate da utilizzare. Al contrario, un fotoamatore un po' più evoluto che senza arrivare alla soglia del "prosumer" già è in grado di destreggiarsi con le più comuni operazioni di post-produzione digitale, può trovare in Aperture una interessante strada per rispondere alle proprie esigenze.