Nell'utilizzo quotidiano la Canon Powershot G11 mtte in luce tutti i suoi pregi e i suoi difetti; questi ultimi sono da ricondursi principalmente al fatto di essere una fotocamera compatta, aspetto che in alcuni casi è un vantaggio tale da far dimenticare in fretta le eventuali limitazioni.
Rispetto alle ibride di nuova generazione, EVIL o CSC a seconda delle definizioni dei produttori, la Canon G11 vince sotto l'aspetto delle dimensioni: l'ottica collassabile che rientra quasi del tutto nel corpo rende la macchina più piccola di qualsiasi ibrida con ottica montata e, sebbene lo spessore non sia quello delle tascabili, permette il trasporto dell'apprecchio nelle tasche di giacche e giacconi senza alcun problema.
La qualità degli scatti ottenuti lavorando i pieni automatismi non la stacca molto dal panorama del resto delle compatte, ma le possibilità di regolazione manuale con la buona ergonomia descritta nella pagina precedente permettono al fotografo di cucirsi addosso la macchina, personalizzandone i comandi e regolando in modo preciso e veloce i parametri di scatto, fino ad ottenere, anche grazie al supporto RAW, scatti inarrivabili per le compatte punta&scatta. Per avere un'idea della flessibilità del RAW della Canon G11 vi rimandiamo alla prova pratica di Aperture, in cui abbiamo utilizzato alcune foto della compatta nipponica come base per il confronto di diversi software di elaborazione.
La Canon Powershot G11 a 3200 ISO
In questo senso la flessibilità della macchina e la sua trasportabilità la rendono un ottimo apparecchio da reportage, in tutte quelle condizioni in cui una reflex risulta troppo ingombrante e si fa notare in modo eccessivo. Naturalmente al calare delle tenebre il sensore da 1/1,7" tradisce tutte le sue limitazioni, ma anche in questo caso il supporto RAW, unito alle ultime tecnologie in fatto di contenimento del rumore in post produzione sono una decisa marcia in più rispetto a quanto solitamente offrono le compatte.
Con la Canon G11 è possibile scattare con grande tranquillità a 800 ISO e si può alzare la sensibilità al valore di 1600 senza troppe remore. Lo scatto della ghiera a 3200 ISO è da considerarsi una soluzione più estrema, anche se apprezziamo il fatto che Canon abbia limitato la gamma delle sensibilità a quelle "pienamente accettabili" senza includere livelli superiori, buoni solo da scrivere sulle targhette per ragioni di marketing.
La modalità ad alta sensibilità indicata sulla ghiera dei modi con il simbolo del lume di candela permette di ottenere scatti a risoluzione ridotta a 2,5 megapixel che riportano nei dettagli un valore ISO pari a 8000 e che visualizzati in formato ridotto offrono buon contrasto, colori realistici e buona gamma dinamica; nell'analisi al dettaglio le cose cambiano radicalmente e rumore, risoluzione ridotta e mancanza di nitidezza emergono pesantemente e cadono decisamente sotto la sufficienza. Se la foto è destinata alla stampa di piccolo formato la modalità è comunque utilizzabile e permette di salvare scatti davvero difficilissimi.
Due scatti successivi: senza e con il filtro ND attivato
Abbiamo trovato molto simpatico il filtro ND (Neutral Density) attivabile da menu, dato per attenuare di 3 stop la luce in entrata in direzione del sensore. Questo filtro è utilizzato in fotografia per allungare i tempi di scatto e ottenere effetti particolari. Qui sopra potete vedere un esempio di una foto ottenibile in modalità classica e dell'effetto donato invece dall'uso del filtro ND e dal conseguente allungamento del tempo di esposizione.