Panasonic è stata pioniere del settore delle mirrorless presentando nel settembre del 2008 la sua LUMIX DMC-G1, allora denominata First Full-time Live View Digital Interchangeable Lens Camera. Le denominazioni nel corso del tempo si sono moltiplicate o ogni produttore ha punta sull'acronimo di preferenza, da EVIL a CSC: sta di fatto che a due anni di distanza le fotocamere con ottiche intercambiabili, sensori di grosse dimensioni e prive di mirino ottico rappresentano uno dei settori in maggiore fermento del settore fotografico.
Prima nata dello standard Micro Quattro Terzi la Lumix G1 è nata con le forme di una reflex in miniatura, come rende evidente il confronto con il modello a pentaspecchio di casa Panasonic L10. Alla prima uscita sono poi seguiti nuovi modelli, alcuni orientati maggiormente alla ripresa video, altri dedicati agli amanti dei corpi di dimensioni compatte.
Con Lumix G2 e G10 Panasonic è tornata al concept iniziale, più compatto di una reflex, ma caratterizzato da un'ergonomia simile, difficile da trovare su corpi dalle dimensioni (in particolare lo spessore) più compatte. Tra le novità più evidenti introdotte con G2 troviamo il touchscreen, visto un po' con sospetto dai puristi della fotografia, ma che nell'uso, come vedremo in questa recensione, ha saputo far valere le proprie ragioni.