Canon EOS 60D: immagini di qualità

Canon EOS 60D: immagini di qualità

di Roberto Colombo , pubblicato il

“Canon EOS 60D ha dovuto reinventare la serie delle decine dopo i cambiamenti nella gamma della casa biancorossa: qualche mancanza rispetto alle prosumer, ma una qualità dell'immagine davvero elevata”

Canon EOS 60D - Descrizione

La nuova struttura ha permesso di risparmiare diversi grammi rispetto al modello precedente e anche le dimensioni si sono ridotte, anche per il passaggio alle schede di memoria SD: un passaggio che sarà gradito a chi arriva a EOS 60D dal basso, ma che forse chi si è costruito un corredo di Compact Flash potrebbe gradire molto meno. Il display cresce in risoluzione e guadagna lo snodo, molto utile nell'uso del Live View. Cambia naturalmente il sensore: il nuovo elemento dal 18 megapixel mette a più dura prova il processore DIGIC 4, tanto che la raffica scende di un frame al secondo.

Molte delle caratteristiche fondanti non sono cambiate, ma troviamo alcuni grandi assenti, come ad esempio la presa sincro flash, controbilanciata però dalla possibilità di gestire due flash in modalità wireless (erano tre con la 7D), e la mancanza della microregolazione della messa a fuoco per i singoli obiettivi. Nuovo il mirino che offre un punto percentuale in più di copertura. Novità importante il supporto video, di cui alcuni avevano sentito la mancanza su un prodotto come EOS 50D.

Dal punto di vista dell'interfaccia sono cambiati alcuni comandi e pulsanti: l'ampio selettore circolare che da tempo caratterizza il dorso delle proposte pro e prosumer trova su EOS 60D una nuova declinazione. Il selettore è un elemento che resta, ma diminuisce leggermente di dimensioni e ora integra al suo interno un joypad a 8 vie concentrico al tasto SET. In questo modo Canon ha mandato in pensione il piccolo joystick delle uscite precedenti, optando per una soluzione che risparmia spazio, ma che forse non ha tutta l'ergonomia dei comandi separati: in particolare ora la ghiera è da ruotare con più attenzione per non azionare inavvertitamente il joypad, con un ragionamento simile che vale reciprocamente. Alla modifica della ghiera corrisponde anche un cambiamento nel selettore di blocco/sblocco, ora affidato a un pulsante.


Canon EOS 30D ed EOS 60D a confronto

La presenza del display snodato ha portato a una razionalizzazione dei pulsanti prima posti sotto lo schermo, o nelle generazioni precedenti ai lati di esso: posizionati a sinistra del display troviamo l'avvio della riproduzione e i tasti Info e Menu. Il comando di eliminazione degli scatti trova ora spazio a sinistra del mirino, mentre sul lato opposto è integrato il pulsante di avvio della visualizzazione Live View e della registrazione di filmati (registrazione che inizia però solo quando la ghiera dei modi è posizionata sull'apposita funzione).

Novità, appena sopra il selettore circolare, il tasto "Q" che avvia il Quick Menu per la modifica a display dei principali parametri di scatto. Questo tasto è molto comodo e soprattutto si è reso necessario dopo la modifica dei tasti vicini al display monocromatico posto sulla calotta, che perdono la doppia funzione a favore di una sola più semplice da gestire per i non avvezzi all'interfaccia delle reflex della casa biancorossa. Ora sovraintendono solo a modo autofocus, modo di scatto, ISO, tipo di lettura esposimetrica, retroillumiazione del piccolo display sulla spalla.

Sul lato opposto del pentaprisma troviamo l'altra piccola novità: la ghiera dei modi è ora dotata di pulsante centrale di sblocco, per evitarne l'azionamento accidentale, ad esempio quando si porta la fotocamera a tracolla ed essa sfrega contro il corpo. La novità è stata accolta da alcuni con scetticismo, ma deve aver conquistato invece il favore di molto appassionati Canon, tanto che il marchio nipponico ha deciso di offrire come aggiornamento a pagamento l'installazione di un elemento dalle stesse caratteristiche sulle reflex EOS 7D ed EOS 5D Mark II.

Di fascia superiore è l'accumulatore, che è lo stesso della EOS 7D e che offre opzioni avanzate di visualizzazione dello stato di carica. Passando oltre la pelle plastica della 60D e spostandoci all'interno del corpo troviamo le caratteristiche che un utente che fa un upgrade da 40D e 50D si aspetta: otturatore che si spinge fino a 1/8000 di secondo, pose programmate fino a 30 secondi, posa B, sincro flash fino a 1/250 di secondo. Un passo avanti non indifferente è quello fatto sul fronte dell'esposimetro con l'adozione del modulo a 63 zone iFCL inaugurato sulla 7D. Niente evoluzioni in chiave autofocus, con il modulo a 9 punti già visto nelle uscite precedenti. Rispetto a EOS 50D scende la cadenza della raffica ora al massimo a 5,3 fps per 58 fotogrammi (contro 6,3 per 90): non essendo cambiato il processore il flusso di lavoro del sensore a maggiore risoluzione risulta più pesante da gestire.