La primissima impressione è quella di trovarsi di fronte a un prodotto nato per attirare gli sguardi di chi sogna una Leica: il corpo in metallo con la finitura nera ad effeto bagnato, le forme, le ghiere fanno sicuramente emergere nella mente le immagini della serie M dello storico produttore tedesco. Fujifilm ha giocato su questo dualismo utilizzando però importanti segni distintivi, tra cui l'ottica fissa e il mirino ibrido, in grado di soddisfare chi è abituato a inquadrare tramite mirino galileiano e chi invece ormai è abituato a giudicare l'inquadratura direttamente dalle immagini che arrivano dal sensore.
Sicuramente FinePix X100 è una manna per chi ama i controlli manuali: ghiere dedicate e diversi pulsanti scorciatoie offrono controllo completo della macchina ed è necessario davvero poco tempo per familiarizzare con X100. L'ottica fissa a 35mm equivalenti è una scelta che ci piace: è una focale che fa parte della storia della fotografia, universale, non così semplice da utilizzare e che costringe a 'pensare e camminare'. Introduce in un modo completamente differente di pensare la fotografia, che ultimamente ha 'impigrito' i fotografi, che spesso preferiscono far funzionare lo zoom piuttosto che le gambe.
L'ottica offre apertura massima pari a f/2, fatto che unito al sensore di buona dimensione (è un APS-C da 23.6mm×15.8mm) offre interessanti possibilità sul fronte della gestione dello sfocato. In questo senso ci pare che i tecnici abbiano lavorato bene e la resa dello sfocato è piacevole. Sempre in merito al diaframma convince la scelta di integrare la ghiera sul barilotto dell'obiettivo, come d'uso prima dell'arrivo del digitale.