Il mirino ottico è uno degli elementi fondanti di una fotocamera reflex. Io appartengo a quella fascia di amatori che ha cominciato a fotografare per passione con una vecchia reflex meccanica a pellicola, fascia che ha 'formato' il proprio occhio educandolo a guardare la realtà attraverso l'ottica della fotocamera, proprio grazie al sistema di specchio e pentaprisma tipico delle reflex.
Questa introduzione non è un semplice tuffo nel passato, ma è strettamente legata ad alcune delle ultime indiscrezioni che stanno caratterizzando il mondo reflex/mirrorless, alle porte di un agosto che potrebbe portare in dote interessanti novità appena prima dell'apertura dell'IFA. Diverse fonti specializzate in captare indiscrezioni sul mondo mirrorless danno come caratteristica comune al nuovo giro di EVIL la presenza di un mirino elettronico: Samsung NX200 e le proposte Micro Quattro Terzi Panasonic e Olympus dedicate agli high amateur e al pubblico pro potrebbero puntare proprio sul viewfinder per attirare nuovo pubblico.
La mancanza del mirino (ottico, ma al limite anche elettronico se di qualità) è una caratteristica molto sentita da una certa fetta di pubblico, mentre è un argomento che lascia praticamente indifferenti gli utenti che non si sono mai avvicinati al mondo reflex e che hanno mosso i primi passi nella fotografia con compatte punta&scatta o telefonini. Puntare a erodere quote di mercato nel pubblico più esigente richiede un passo deciso delle mirrorless nei confronti dei mirini, caratteristica che alcuni reputano irrinunciabile.
Io, personalmente, con le fotocamere a puntamento Live View faccio foto decisamente peggiori rispetto alla media di quelle che scatto con una reflex. Il fatto di guardare nel mirino ed essere concentrato solo ed esclusivamente sull'inquadratura mi facilita la composizione, la scelta del soggetto, la visione di eventuali soggetti estranei, il mantenimento di un corretto orizzonte. Scattare in Live View, con la fotocamera di fronte a me, ma anche con tutto il resto della realtà circostante a colpire il mio occhio ed essere trasportata come informazione al cervello, mi rende più difficile lo stesso livello di concentrazione.
Conosco persone invece per cui il discorso è inverso: non avere sott'occhio inquadratura e ogni istante della realtà circostante è vista come una limitazione. Certamente anche con un occhio appoggiato al mirino di una reflex è possibile, con l'altro, tenere d'occhio cosa si muove al di fuori dell'inquadratura, ma è diverso rispetto ad avere davanti a sé la fotocamera inserita nella scena e concentrata su una parte di essa solo sul display.
La domanda che mi pongo, e che penso si pongano i produttori stessi di fotocamere, è se la questione sia influenzata solo dal percorso con cui ci si è approcciati al mondo della fotografia o se discenda invece da parametri personali, indipendenti dal fatto che uno abbia iniziato guardando in un mirino o su un display LCD. La probabile scelta di integrare un mirino, in questo caso elettronico, nei prodotti destinati a un pubblico un po' nostalgico delle fotocamere del mondo analogico e legato a miti come Leica, e alle forme che la contraddistinguono, (pubblico che più facilmente di altri si è fatto tentare dalle mirrorless) farebbe propendere per la prima ipotesi, ossia per una forma mentis data dal percorso di avvicinamento alla fotografia, eleggendo il mirino come elemento irrinunciabile per la fascia di pubblico da una certà età in su.
Naturalmente poi il discorso potrebbe addentrarsi più a fondo nel tema mirino ottico contro elettronico, con pregi e difetti delle due soluzioni, ma può diventare materiale per un editoriale più in là, soprattutto dopo aver visto le prossime uscite mirrorless e SLT e aver valutato quanto ancora l'esperienza EVF è lontana da quella del mirino ottico oppure vedendo se altri produttori hanno intenzione di proporre mirini ibridi come quello che Fujifilm ha integrato sulla sua X100, in grado di passare in un click da ottico galileiano a elettronico Live View. Tornando al cuore dell'articolo voi come vi schierate? Mirino o display? La scelta è data dal vostro percorso di ingresso nel mondo della fotografia o nasce da altri fattori personali?