Questo 2011 è stato un anno caratterizzato da diversi eventi naturali di portata catastrofica: nei giorni scorsi abbiamo visto alcune zone messe in ginocchio dal maltempo, ma gettando lo sguardo a livello mondiale, è ben peggiore la situazione delle inondazioni in Thailandia e sono ancora pesanti gli strascichi del terromoto e tsunami che hanno colpito il Giappone l'11 marzo. Questi ultimi due eventi sono arrivati alle cronache non solo per l'impatto tragico sulla vita delle popolazioni colpite, ma anche per le conseguenze sulla produzione di importanti prodotti del mondo dell'imaging.
L'accoppiata terremoto-tsunami ha messo in ginocchio una delle zone dove sono concentrate importanti fabbriche di produttori di fotocamere e dei terzisti che li assistono, con un impatto diretto su tutta la catena di produzione, interessando anche ditte che producono i propri apparecchi altrove, ma che vedono fornitori strategici di chip e componenti localizzati in quell'area. Le inondazioni in Thailandia hanno messo sott'acqua il primo piano di diversi impianti produttivi, tra cui due fabbriche Nikon e Sony.
Se le aziende non avessero messo in atto strategie di differenziazione e delocalizzazione della produzione a questo punto potremmo trovarci con produzioni completamente ferme. Sebbene alcune linee di prodotto risentiranno pesantemente degli effetti delle due catastrofi naturali, Sony e Nikon possono contare su fabbriche attive in altre parti del mondo per fornire continuità sulle altre linee di apparecchi e per eventualmente delocalizzare una parte della produzione di quelli assemblati nelle zone colpite. Le notizie degli ultimi giorni addirittura dicono che lo stabilimento thailandese di Nikon non vedrà la completa riapertura fino a marzo 2012.
Come si può evincere da questa introduzione, la delocalizzazione non è solo un problema legato ai costi, ma è anche una strategia per mettere al sicuro il proprio business in caso di eventi negativi. Ad esempio Nikon, oltre che in altre parti del Giappone e in Thailandia, ha fabbriche attive in Malesia e in Cina, la cui produzione continua a pieno ritmo. Abbiamo avuto l'occasione di visitare proprio lo stabilimento cinese dove vengono prodotte le nuove Nikon 1, fotocamere che hanno sancito l'ingresso della casa giallo-nera nel mondo delle compatte a ottiche intercambiabili senza specchio.