Olympus OM-D, vintage digitale: primo contatto

Olympus OM-D, vintage digitale: primo contatto

di Roberto Colombo , pubblicato il

“Non solo un restyling vintage delle sue PEN: per la sua nuova OM-D E-M5 Olympus ha creato una nuova posizione in gamma: dalle immagini l'avevo catalogata come un semplice esercizio di stile vintage in salsa PEN, ma il primo contatto dal vivo con Olympus OM-D E-M5 mi ha visto cambiare nettamente idea.”

Immagini di buona qualità

Olympus ha lavorato molto su questa nuova fotocamere: OM-D E-M5 guadagna ad esempio un nuovo stabilizzatore di tipo sensor shift in grado di operare su 5 assi. Buona parte del lavoro è stata dedicata al fine tuning del sensore e i risultati possono essere definiti molto convincenti. Solitamente le fotocamere con sensore Quattro Terzi non hanno mai brillato nei confronti coi concorrenti negli scatti ad alti ISO e la scritta 25600 ISO tra le specifiche tecniche della macchina mi aveva lasciato un po' perplesso.



ISO 200

Sebbene l'esemplare provato sia una versione beta non ancora definitiva, sul campo il sensore LiveMOS da 16 megapixel, in accoppiata al processore d'immagine TruePic VI, dimostra di saper produrre immagini davvero pulite e ben definite ai bassi valori di sensibilità, con la possibilità di spingersi fino a 800 ISO senza degradazione dell'immagine.



ISO 800

Anche spingendosi ai valori più alti la gestione 'standard' del rumore ad alta sensibilità dimostra di essere molto migliorata, con una conservazione abbastanza buona del dettaglio a fronte di una grana abbastanza sottile e un ottimo contenimento dei falsi colori. In alcuni frangenti la resa delle immagini vira verso l'effetto acquarello, ma in dose abbastanza contenuta.



ISO 6400

Sensibilità di 6400 e 12800 ISO sembrano essere utilizzabili in condizioni difficili senza troppi patemi, soprattutto se l'intento finale è quello di arrivare alla stampa, anche di formato abbastanza grosso, come quello di un album di matrimonio.



ISO 12800

La sensibilità massima di 25600 ISO resta un'ancora di salvezza per le peggiori situazioni di luce: sebbene tutti i difetti tipici delle alte sensibilità siano ben riscontrabili (grana, falsi colori, diminuzione del macro contrasto e della saturazione, intervento del filtro di denoising e perdita dei particolari più fini), le immagini hanno una resa accettabile, buona per diversi utilizzi.



ISO 25600

In particolare, rispetto a quanto visto in passato, regge meglio la resa totale dell'immagine (macro contrasto, fedeltà e vividezza dei colori) con una migliore gestione anche nel dettaglio, con un contenimento della grana meno artificioso. Ricordiamo inoltre che l'esemplare messo alla prova era considerato 'definitivo', ma era etichettato ancora con la denominazione di sample pre-produzione. Si è notato che fosse un esemplare non definitivo ad esempio in un frangente ben preciso: la macchina oltre a offrire i diversi Art Filter tipici delle PEN mette a disposizione una modalità che con un solo scatto registra sulla scheda le immagini modificate con tutta la gamma di filtri creativi. Nel nostro caso la registrazione di tutte le immagini ha richiesto molti secondi, ben oltre il limite del semplice fastidio: sarà un punto su cui mettere alla prova gli esemplari definitivi.