Negli scorsi mesi l'abbiamo detto più di una volta: dopo aver contribuito alla prima evoluzione delle fotocamere mirrorless, Olympus con le sue PEN ha attraversato una fase di stanca, riuscendo a mettere sul piatto poche reali innovazioni. Guardando i semplici dati tecnici della nuova OM-D E-M5 avevamo temuto di essere di fronte a un ulteriore restyling di poca sostanza della serie PEN, ma al primo contatto ci siamo dovuti ricredere.
Olympus con OM-D ha creato una nuova serie di EVIL nella sua gamma ed effettivamente la sensazione non è quella di impugnare una PEN. Il richiamo alla vecchia serie reflex OM è anche tattile oltre che visivo e sicuramente farà sentire a proprio agio quelli che decideranno di traghettare il proprio parco ottiche Olympus OM sul digitale con la nuova nata del produttore nipponico.
Il mirino da 1,440K punti svolge molto bene il suo lavoro ed è abbastanza definito anche per una messa a fuoco manuale precisa, con la possibilità di sfruttare l'ingrandimento per aggiungere precisione. Il sensore da 16 megapixel e il processore TruePic VI rappresentano un'accoppiata affiatata, tale da permettere un balzo di qualità alle immagini della nuova CSC Olympus nei confronti delle precedenti PEN.
La disponibilità di ottiche di qualità, tra cui anche il M.ZUIKO DIGITAL ED 12-50-mm f3.5-6.3, che condivide la tropicalizzazione con il corpo macchina e rende l'accoppiata adatta all'uso in esterna senza patemi anche con tempo inclemente, si affianca ai diversi adattatori per utilizzare sulla EVIL non solo le ottiche del sistema reflex digitale Quattro Terzi, ma anche del vecchio sistema reflex analogico OM.
Il prezzo la posizionerà laddove sembra essersi radicata la nicchia del new-vintage, attorno ai mille euro. Si tratta un prezzo di accesso elevato, ma che i prodotti Fuijfilm come X100 hanno saputo sdoganare. Inoltre l'utenza a cui si rivolge in prima istanza è quella nostalgica della vecchia tradizione fotografica e dotata di un potere di acquisto abbastanza solido.