Jodi Bibier discute animatamente coi giornalisti
Anche la fotografa sudafricana Jodi Bibier ha fatto parte della giuria dei Sony World Photography Awards 2012. Lo ricordiamo, la Bibier ha vinto l'edizione 2010 del prestigioso World Press Photo grazie a uno dei suoi ritratti delle donne afgane sotto il regime dei Talebani. Dal vivo Jodi è un personaggio davvero dinamico e sembra in continuo movimento, come d'altra parte effettivamente è, impegnata in diversi lavori sul campo anche in zone difficili, ad esempio nelle sue collaborazioni con Medici Senza Frontiere.
Su una cosa è stata categorica riguardo il suo metro di giudizio: quello che ricerca in un lavoro da premiare è la capacità di restituire all'osservatore un'interpretazione personale di quello che viene ritratto, con la capacità di trasmettere anche emozione. Non servono scatti belli, ma già visti senza un'idea innovativa alle spalle. Altro punto su cui ha insistito è quello della post produzione degli scatti: durante la revisione dei lavori partecipanti agli Award si è trovata di fronte a troppi lavori di qualità penalizzati da un editing poco curato, tanto da far scartare servizi caratterizzati da idee veramente interessanti.
La cosa che ha maggiormente gradito dell'esperienza di giudice è il fatto di confrontarsi con così tante idee diverse, soprattutto quelle dei tipi di fotografia da lei non praticati. È un'esperienza che 'apre la mente' soprattutto la mente del fotografo, che spesso 'pensa in modo troppo ristretto e non sa uscire dai propri canoni'.
Anche la Bibier concorda sul fatto che il digitale abbia portato una nuova era: oggi tutti possono essere fotografi e per chi vuole emergere è necessario saper trasferire nelle fotografie la propria interpretazione, l'unicità del fotografo. Inoltre è fondamentale sapersi confrontare e prendere in considerazione anche quei mezzi che stanno riscuotendo sempre più successo, primo fra tutti il video. In questo senso anche l'universo dei social può avere un ruolo importante: siamo passati da un mondo in cui erano le agenzie a selezionare le informazioni a uno in cui i social network permettono di accedere ad altri canali di approvvigionamento, alcuni molto più diretti.
Rebecca Lewis
Rebecca Lewis è invece Vice Presidente e Senior Agent per l'Agenzia Arts & Commerce, ma ha anch'essa sottolineato come l'esperienza di giudice ai SWPA 2012 le abbia permesso di entrare in contatto con tipi di fotografia solitamente ben lontani da quelli che mastica quotidianamente con il suo lavoro.
Il suo metro di giudizio è stato quello di trovare il perfetto bilanciamento tra la qualità puramente estetica delle immagini e la loro capacità di far passare un messaggio. Doveva poi emergere dai lavori una mano sicura e un buon occhio. Essendo giudice della sezione Commercial non ha poi potuto esimersi dall'interrogarsi sulla possibile riuscita o meno di una campagna tra i metri di giudizio.
Claudia Hinterseer
La mole di foto ha colpito anche Claudia Hinterseer, Managing Director e Founding Member dell'agenzia NOOR, che, trovandosi a selezionare i lavori della sezione fotogiornalismo è rimasta impressionata da come si potessero ripercorrere tutti gli eventi più importanti del 2011 grazie alle fotografie in gara: dal terremoto e tsunami in Giappone, alla primavera araba.
Anche nel caso di Claudia il giudizio non si è fermato alla bellezza dello scatto, ma ha preso in debita considerazione il lavoro fatto per arrivare a quella foto e la capacità attraverso poche fotografie di raccontare una storia