Grazie ai miglioramenti a sensore, processore ed ergonomia, ora Panasonic Lumix G5 è in grado di soddisfare palati anche più fini rispetto ai modelli che l'hanno preceduta. Panasonic non dimentica però come il suo target di pubblico per questa serie sia quello dei fotografi che sono alla ricerca di una macchina che offra anche semplicità oltre alla qualità.
Per non venir meno alle prerogative di questo tipo di pubblico Panasonic ha integrato il suo classico tasto iA, retroilluminato di blu quando acceso, che in un solo click regala il controllo della macchina agli automatismi decisi dal processore. La modalità iA Plus, oltre ad attivare le funzioni automatiche di assistenza allo scatto, consente di regolare il fuori fuoco, la compensazione dell’esposizione e il bilanciamento del bianco. Come accade fin dalle prime generazioni la modalità Intelligent Auto ha dimostrato di saper operare molto bene, restituendo quasi sempre un risultato molo vicino all'ottimo. Qui sopra ad esempio l'abbiamo messa alla prova in un controluce, dove ha dimostrato di saper leggere molto bene la situazione, preservando luci e ombre.
Panasonic ha poi portato a 14 il numero dei filtri creativi che permettono di scattare in Live View, da mirino o display, visualizzando già l'effetto finale sulla foto. Si tratta di modalità simpatiche, divertenti, ma che certamente non si addicono ai puristi della qualità fotografica. In sintesi Panasonic Lumix G5 è risultata al primo contatto più interessante di quanto ci aspettassimo, soprattutto per le migliorie dal punto di vista dell'ergonomia e dell'usabilità. La qualità delle immagini è buona, ma richiede l'accoppiamento con ottiche di maggiore qualità rispetto al 14-42mm standard, che in diversi frangenti è risultato penalizzante sul fronte del dettaglio. Meglio dotare Lumix G5 di ottiche della serie X, come il 14-42mm collassabile con zoom motorizzato. Qui sotto la galleria fotografica con tutte le immagini che hanno contribuito al nostro giudizio: