Alessandro Falco: in un anno da novellino ai premi internazionali

Alessandro Falco: in un anno da novellino ai premi internazionali

di Roberto Colombo , pubblicato il

“Abbiamo incontrato Alessandro Falco, un giovane fotografo che a poco più di un anno dalla scelta di diventare fotografo ha già raccolto importanti riconoscimenti a livello internazionale”

Nella borsa e nella testa del fotografo

Cosa c'è nella borsa di un novellino? Che attrezzatura utilizzi?

Alessandro Falco: Ora fotografo con una Nikon d700 ed utilizzo quasi sempre ottiche fisse della vecchie serie (un 24mm al collo ed cinquantino in tasca, solitamente). Le preferisco perché ritengo molto importante allenare l'occhio a vedere con la "propria" focale; aiuta nella composizione e nell'omogeneità della narrazione.
Come si può intuire, non ho grandi esperienze con la fotografia analogica, ma se una cosa è certa è il fatto che odio gli estremismi.

Sono invece fortemente attratto dal banco ottico, per la magia dell'interazione col soggetto e per il diverso approccio fotografico che richiede, prima ancora che per la disarmante qualità.

Nella mia borsa non c'è solo materiale strettamente fotografico: ho quasi sempre con me dei biglietti da visita ed alcune liberatorie fotografiche (adulti e minori). Non è sempre facile spiegare ai soggetti ripresi la semplice motivazione di questa maledetta forma burocratica di tutela, che ormai richiedo sempre quando si parla di ritratti in studio e quando lavoro con un determinato gruppo di persone per progetti a lunga scadenza.

Al momento su che progetti stai lavorando? Come li pensi, come li porti poi sul campo?

Alessandro Falco: I miei progetti sviluppano nella testa in maniera piuttosto naturale, a cominciare da una piccola idea su cui inizio subito a ragionare in maniera "grafica". Ho una lavagnetta vicino il letto dove annoto degli schematici "artist's statement", che potrebbero portare ad un progetto interessante per me e per gli altri.

Il secondo passo è trovare la chiave di lettura: ovunque è pieno di storie da raccontare, anche già trattate, ma determinante è il modo con cui il fotografo decide di affrontare l'argomento.


Uno scatto della serie Amnios

In questo momento sto lavorando a più progetti legati al rapporto uomo-acqua, un macrotopic piuttosto naturale e di grande interesse per me. Mi sono "immerso" per giorni in una piscina per catturare l'essenza di questa relazione nei neonati e nelle partorienti.

In acqua si avverte un senso di solitudine, si è "nudi" ma protetti al tempo stesso; un rapporto che ci coinvolge tutti e rimanda indietro nel tempo. Ho percepito sensazioni ancestrali, il peso delle prime sfide, ed ho cercato di trovare il modo di fissarle in immagini e trasmetterle al pubblico. Chiudiamo con una carrellata degli scatti di Alessandro.

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Commenti (21)

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Commento # 1 di: Edward Monte pubblicato il 08 Agosto 2012, 15:14
Come si può intuire, non ho grandi esperienze con la fotografia analogica, ma se una cosa è certa è il fatto che odio gli estremismi.

Non capisco il nesso.

Come non capisco perché, quando parla del banco ottico, parla di una "magia dell'interazione col soggetto", non vedo questa straordinaria interazione nello stare sotto una tenda nera a guardare il vetro smerigliato, credo che siano altre le bellissime caratteristiche del banco ottico.
Commento # 2 di: djfix13 pubblicato il 08 Agosto 2012, 15:21
boh...sarò io che non capisco la finezza ma sempre più spesso vedo premiati lavori che sono Mediocri se non addirittura Comuni...contando che alcune vere fotografie alle volte nascono anche solo con una usa e getta da 400 ASA...
Commento # 3 di: AL pubblicato il 08 Agosto 2012, 18:21
Mah.....

....questo parla come uno che è arrivato ancora prima di partire, il fatto è che probabilmente non sa neanche dove sta andando.
Poi si è appena laureato e spacca il mondo a destra e a manca....corsi, set fotografici, concorsi all'estero...e che è !?!
Commento # 4 di: pocket pubblicato il 08 Agosto 2012, 18:48
Pericoloso

... Pericoloso il messaggio che passa leggendo questo articolo. Pericoloso soprattutto per il protagonista dell'articolo stesso. Per esperienza personale, suggerisco ad Alessandro di evitare di diventare "vittima" di un sistema che "regala" troppo a cuor leggero, e spesse volte solo con l'unico scopo di autoconservarsi, illusioni e speranze a chi le accoglie con entusiasmo e fiducia.

Parole che, forse, saranno chiare ad Alessandro tra qualche anno, anche se ora sembrano incomprensibili. Allo stesso modo erano incomprensibili per me anni fa.

Per Alessandro, e non solo per Alessandro, il suggerimento di osservare oltre ai premi, anche la realtà concreta del mercato. Questa una buona approssimazione di quello italiano:

http://www.fotografi.org/sondaggio/...daggio_2011.htm
Commento # 5 di: Kasanova pubblicato il 09 Agosto 2012, 01:32
A volte basta veramente un pizzico di fortuna, un caso, per riuscire a farsi un nome. In ambito artistico poi, una volta che si ha quello diviene molto più facile trovare qualcuno che vede nelle tue foto qualcosa per cui valga la pena pagare.
Di fatto poi si entra in un circolo vizioso per cui lo scatto acquista valore in base a chi lo effettua.

Invidio lui ad esserci riuscito. Non mi permetto di mettere in dubbio il fatto che sia bravo come non metto in dubbio che su 500px ci sia qualcuno sicuramente più bravo di lui ma non altrettanto famoso.

Gli auguro di divertirsi facendo quello che fa e di godersi il momento di notorietà. Solo quelli davvero molto bravi (o estremamente fortunati) riescono a rimanere sulla cresta dell'onda per parecchio tempo.
Commento # 6 di: dasaint pubblicato il 09 Agosto 2012, 07:11
perplesso

Non me ne voglia Alessandro, ma la sua è una storia che non sta in piedi.
L'autoreferenzialità è palese, la mancanza di una costruzione intellettualmente valida, di un "progetto" vero pure (le sue sono idee ancora in germe, slegate, sfilacciate, naif, lontane dal maturare, appena sbozzate si potrebbe dire). Ed è quindi forte la sensazione che la fortuna sia tanta ed il merito poco, nel senso che a me sembra che sia stato solo fortunato ad essere estratto dal mazzo.

Come scriveva qualcuno prima di me, ci sono centinaia di fotografi più dotati e con le idee più chiare, solo in Italia, e nessuno di essi raccoglie premi né lodi.

Complimenti ad Alessandro per la fortuna che gli è toccata (lo dico con sincerità e con una punta di invidia), ho però il timore che se non ben gestito questo effimero profumo di successo possa dare cattivi consigli, le cui avvisaglie già si colgono in alcune affermazioni fatte da lui in questa intervista, che mi hanno fatto arricciare il naso. Ha un buon occhio, senz'altro, e un discreto talento, ma le idee sono ancora ad un livello davvero soltanto di abbozzo, vedo parecchio lavoro da fare come pure la necessità di entrare in un contatto più intimo e diretto con il "cuore" della fotografia.

E' vero, infatti, che l'attrezzatura e la tecnica contano fino ad un certo punto, ma se ci sono fotografi in grado di produrre capolavori con l'iPhone è anche perché per anni si sono immersi nella tecnica: come diceva uno dei miei maestri, "la tecnica è come una mamma: ci devi convivere fin da piccolo, la ami e la odi, ma comunque un giorno la lascerai e te ne andrai per conto tuo; e però te la porterai sempre dentro".

Da questo punto di vista, Alessandro rischia di essere orfano.
Può fare bene lo stesso, solo sarà molto più difficile e meno "cosciente" come processo.
Commento # 7 di: izutsu pubblicato il 09 Agosto 2012, 10:20
Solo a me pare che si esprima come uno che tanto novellino non è? Da un novellino ci si aspetta che non conosca molto la fotografia, e quindi nemmeno il suo ambiente, ma lui controlla chi sono i giudici prima di partecipare ad un concorso (e se c'è tizio piuttosto che caio che succede, non partecipa?), parla di photoeditor che potrebbero aiutarlo a crescere, si porta sempre dietro le liberatorie... boh... a me pare tutto tranne che un novellino, anche se magari vuole sembrare tale.

Poi la filippica sul fotogiornalismo, che mette tutti su uno stesso piano annullando le differenze tra i mezzi, per poi parlare della "disarmante qualità" del banco? Certo col banco fare fotogiornalismo la vedo dura...
Commento # 8 di: Capozz pubblicato il 09 Agosto 2012, 10:37
Originariamente inviato da: johnp1983
sarà che non colgo il "genere" nel quale si inserisce il sig. Falco...

ma a me i suoi lavori non sembrano niente per cui strapparsi i capelli.


Quoto. Anche a me non sembra di vedere capolavori della fotografia.
Commento # 9 di: zulutown pubblicato il 09 Agosto 2012, 11:47
A giudicare dai commenti a questi articoli, pare che il gotha della fotografia mondiale si sia riunito su questo forum per criticare i fotografi di cui si parla.
Commento # 10 di: amd-novello pubblicato il 09 Agosto 2012, 11:57
Ahahah mi hai letto nel pensiero! Lo hanno fatto a pezzi
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