Cosa c'è nella borsa di un novellino? Che attrezzatura utilizzi?
Alessandro Falco: Ora fotografo con una Nikon d700 ed utilizzo quasi sempre ottiche fisse della vecchie serie (un 24mm al collo ed cinquantino in tasca, solitamente).
Le preferisco perché ritengo molto importante allenare l'occhio a vedere con la "propria" focale; aiuta nella composizione e nell'omogeneità della narrazione.
Come si può intuire, non ho grandi esperienze con la fotografia analogica, ma se una cosa è certa è il fatto che odio gli estremismi.
Sono invece fortemente attratto dal banco ottico, per la magia dell'interazione col soggetto e per il diverso approccio fotografico che richiede, prima ancora che per la disarmante qualità.
Nella mia borsa non c'è solo materiale strettamente fotografico: ho quasi sempre con me dei biglietti da visita ed alcune liberatorie fotografiche (adulti e minori). Non è sempre facile spiegare ai soggetti ripresi la semplice motivazione di questa maledetta forma burocratica di tutela, che ormai richiedo sempre quando si parla di ritratti in studio e quando lavoro con un determinato gruppo di persone per progetti a lunga scadenza.
Al momento su che progetti stai lavorando? Come li pensi, come li porti poi sul campo?
Alessandro Falco: I miei progetti sviluppano nella testa in maniera piuttosto naturale, a cominciare da una piccola idea su cui inizio subito a ragionare in maniera "grafica". Ho una lavagnetta vicino il letto dove annoto degli schematici "artist's statement", che potrebbero portare ad un progetto interessante per me e per gli altri.
Il secondo passo è trovare la chiave di lettura: ovunque è pieno di storie da raccontare, anche già trattate, ma determinante è il modo con cui il fotografo decide di affrontare l'argomento.
Uno scatto della serie Amnios
In questo momento sto lavorando a più progetti legati al rapporto uomo-acqua, un macrotopic piuttosto naturale e di grande interesse per me. Mi sono "immerso" per giorni in una piscina per catturare l'essenza di questa relazione nei neonati e nelle partorienti.
In acqua si avverte un senso di solitudine, si è "nudi" ma protetti al tempo stesso; un rapporto che ci coinvolge tutti e rimanda indietro nel tempo. Ho percepito sensazioni ancestrali, il peso delle prime sfide, ed ho cercato di trovare il modo di fissarle in immagini e trasmetterle al pubblico. Chiudiamo con una carrellata degli scatti di Alessandro.