Per questo approfondimento sulla clausola compromissoria ci siamo avvalsi della collaborazione del dott. Valentino Spataro che cura i contenuti del sito www.civile.it/internet. Spataro ha anche trattato direttamente la tematica legata al cambiamento dei Termini d'Uso di Instagram in uno dei suoi podcast, trovate l'audio (da ascoltare in linea o scaricare per un ascolto successivo) a questo indirizzo.
La clausola compromissoria, detta anche clausola arbitrale, è quella clausola che permette alle parti di arrivare più velocemente a un accordo, in caso di contrasto, davanti ad un giudice privato scelto dalle parti, senza passare dalla giustizia ordinaria e quindi dal tribunale.
Generalmente la clausola arbitrale è positiva per entrambe le parti, perché permette di risolvere i contrasti in modo più veloce e spesso migliore. In tal senso si sta muovendo anche l'Europa invitando a ricorrere ad arbitri invece che a giudici.
È opportuno sottolineare come nei diversi sistemi giuridici la clausola compromissoria possa avere risvolti diversi. La clausola arbitrale può rendere difficile l'esercizio dei diritti o impedire le class action: questo pare essere il caso degli Stati Uniti, motivo per cui l'inserimento di tale clausola all'interno dei Termini d'Uso di Instagram ha suscitato tanto clamore nella community del popolare social network fotografico. Instagram lo dice chiaramente nella nuova clausola, l'utente accettando i nuovi termini d'uso, ossia continuando ad utilizzare il servizio, il cui uso sottintende l'accettazione delle condizioni generali, rinuncia al diritto di muovere una class action. Per rendere chiaro il concetto Instagram introduce la nota utilizzando il carattere maiuscolo: "ARBITRATION NOTICE: EXCEPT IF YOU OPT-OUT AND EXCEPT FOR CERTAIN TYPES OF DISPUTES DESCRIBED IN THE ARBITRATION SECTION BELOW, YOU AGREE THAT DISPUTES BETWEEN YOU AND INSTAGRAM WILL BE RESOLVED BY BINDING, INDIVIDUAL ARBITRATION AND YOU WAIVE YOUR RIGHT TO PARTICIPATE IN A CLASS ACTION LAWSUIT OR CLASS-WIDE ARBITRATION"
In Italia, essendo diverso il meccanismo della class action, una clausola arbitrale non può bloccare una class action: la 'versione' italiana di tale iniziativa è molto diversa da quella statunitense, tanto da rendere l'appellativo stesso 'class action' non esattamente applicabile nel caso italiano.
In ogni caso le clausole vessatorie vanno approvate per iscritto (carta e penna oppure PEC): diversamente, in Italia non hanno valore legale. C'è una novità però: le Camere di commercio ma anche le autorità (Antitrust in primis) possono fare elenchi di clausole vessatorie che non hanno valore in Italia. Si tratta di un meccanismo che vuole ottenere la rimozione di clausole nulle, oltre che fastidiose, senza bisogno di una causa: l'intento è quello di riuscire a velocizzare la risoluzione delle controversie tra le parti.