C'è un particolare che tradisce all'occhio esperto subito a prima vista il rango elevato di Canon EOS 6D: la mancanza del flash integrato, con una calotta interamente dedicata a racchiudere il mirino a pentaprisma. Questo è infatti uno dei tratti distintivi delle fotocamere Full Frame (o APS-H, il quasi pieno formato, utilizzato fino a qualche tempo fa sulle professionali sportive) di casa Canon. Pur indirizzando la nuova EOS 6D a un pubblico più vasto e più consumer, Canon ha deciso di non integrare un flash pop-up a scomparsa, strada invece battuta da Nikon sulle sue 35mm di fascia media (D600, D700 e D800).
Come dicevamo nella pagina precedente, la ghiera dei modi è quella di una prosumer, con un mix di modi automatici e guidati, come ad esempio A+, le scene e la modalità Creative Auto, accanto ai classici modi semiautomatici e manuali e a due posizioni in cui richiamare in modo veloce un profilo preimpostato. Dall'altro lato della calotta il display LCD retroilluminato e i 5 tasti scorciatoia rappresentano un classico per l'interfaccia di casa Canon per le prosumer (in diverse interpretazioni lungo gli anni). Da qui e con la ghiera posta vicino è possibile regolare la modalità autofocus, il modo di scatto, la sensibilità ISO, il metodo di lettura esposimetrica e accendere la retroilluminazione del pannello. Nelle vicinanze, sul retro, sono raggiungibili dal pollice i tasti (personalizzabili da menu come d'altra parte il resto dei pulsanti) AF-ON, blocco esposizione e selezione punto di fuoco, sempre in continuità con la tradizione Canon. Più vicino all'oculare troviamo invece il tasto con commutatore per accedere alla visualizzazione Live View e alla registrazione dei filmati.
Il retro della macchina si differenzia dalle sorelle 'pro' Canon EOS 5D Mark II e Mark III: in particolare scompaiono i tasti a sinistra del display e stessa sorte vede protagonista il joystick e portata di pollice sulla destra. Nel caso di Canon EOS 6D troviamo a destra i due tasti per attivare la revisione e lo zoom delle immagini e il bottone per accedere al quick menu, mentre il joystick è sostituito da un pad multidirezionale concentrico al pulsante SET e incluso nella ghiera posteriore. Nella parte anteriore l'unico tasto è rappresentato da quello posizionato al lato del bocchettone (non molto raggiungibile) dedicato all'attivazione della previsualizzazione della profondità di campo.
La macchina offre un solo slot SD per la memorizzazione degli scatti e dei filmati, una scelta che ha fatto molto discutere e che ha attirato qualche critica al produttore nipponico. Sul lato opposto rispetto al vano che ospita la scheda di memoria troviamo due sportelli di gomma che proteggono, rispettivamente, i connettori mini-HDMI e USB-A/Vout e quelli per il remote control e la connessione di un microfono esterno. Rispetto alla concorrente Nikon D600 in molti notano la mancanza di un'uscita per le cuffie, molto utile per monitorare direttamente sul campo i livello audio.