Fujifilm X-E1 conferma tutte le aspettative (positive e negative) che avevamo su di essa dopo i primi contatti con la fotocamera. Il sensore X-Trans CMOS da 16,3 megapixel si conferma come una delle innovazioni più interessanti degli ultimi anni nel campo della fotografia digitale e offre, con il debito lavoro da parte del processore, una qualità dell'immagine davvero elevata. Dopo mesi di attesa, da qualche tempo finalmente anche i file RAW .RAF delle Fujifilm dotate di sensore X-Trans hanno ricevuto il supporto dei programmi Adobe, permettendo così di inserire più facilmente i file grezzi dei Fujifilm X-E1 all'interno del workflow dei fotografi che si affidano a queste soluzioni software. Questo permette di ampliare per molti le possibilità di sviluppo, senza dover passare per forza dalla soluzione SilkyPix offerta da Fujifilm in confezione, solida dal punto di vista tecnologico, ma da studiare e digerire al meglio per quegli utenti che non l'hanno mai usata. La buona base offerta dai JPEG in uscita dalla macchina è affiancata ora quindi dalla possibilità di sviluppare più facilmente in camera chiara i RAW: a questo proposito i file in uscita da Fujifilm X-E1 offrono ampi margini di intervento grazie a un'ottima nitidezza di partenza e a una gamma dinamica molto buona.
Abbiamo provato con l'ottica zoom FUJINON XF18-55mmF2.8-4 R: si tratta del primo zoom presentato da Fujifilm per il suo sistema a ottiche intercambiabili, prima il produttore nipponico aveva puntato solo su ottiche a focale fissa. Leggermente meno luminoso dell'obiettivo XF18mmF2 R, lo zoom ci ha però convinti a pieno soprattutto in termini di nitidezza. Anche a diaframmi aperti il centro del fotogramma riesce a sfruttare la bontà del sensore X-Trans con immagini dall'ottimo dettaglio.
L'autofocus, sebbene molto migliorato rispetto alla APS-C con ottica fissa X100 e migliorato rispetto al primo firmware di X-Pro1, non è ancora perfetto e paga dazio nei confronti delle reflex, delle mirrorless con autofocus ibrido fase/contrasto e di alcune mirrorless con messa a fuoco basata sul contrasto ad elevato frame rate, come alcune proposte Panasonic e Olympus. Fujifilm ne è comunque conscia e la seconda generazione del sensore X-Trans CMOS integra sensori a rilevazione di fase sulla superficie: sarà interessante valutarne l'effettivo miglioramento nella messa a fuoco sulle prossime generazioni di mirrorless.
Aspetto che piace poco di Fujifilm X-E1 è l'alleggerimento del portafoglio quando si passa in cassa: sebbene più economica di circa 300 euro rispetto alla sorellona con mirino ibrido X-Pro1, richiede comunque un esborso di circa 800 euro per aggiudicarsi il corpo macchina, cifra che sale a sfiorare i €1200 per l'acquisto del kit con ottica zoom Fujinon 18-55mm. Si tratta a tutti gli effetti però di una mirrorless premium, con costruzione in metallo, grande cura dei dettagli e un sensore di grande qualità, per cui la cifra è giustificata. A seconda del tipo di fotografia preferito, Fujifilm X-E1 può essere una buona scelta o meno: se quello che conta è la qualità dell'immagine ha importanti assi da giocare, anche agli alti ISO, tali da metterla in concorrenza con le full frame, se la messa a fuoco è un punto cruciale, potrebbe creare qualche insoddisfazione di troppo.