Ogni anno attorno al 25 aprile i Sony World Photography Awards premiano e celebrano i migliori fotografi a livello mondiale: i concorsi dedicati ai giovani e alle scuole di fotografia si affiancano ai premi più in vista, quelli della categoria Open, a cui possono partecipare professionisti e non, con una singola foto e a quelli delle diverse categorie dedicate ai professionisti, dove a venir giudicato è un'intero portfolio di più foto. All'interno dei vincitori delle categorie professionali viene designato il fotografo dell'anno, premiato con il riconoscimento Iris D'Or.
Il premio di fotografo dell'anno dei Sony World Photography Awards quest'anno è andato alla fotografa norvegese Andrea Gjestvang, per il suo lavoro "One Day in History", vincitore della categoria "People". Si tratta di una serie molto toccante di ritratti dei alcuni giovani sopravvissuti alla strage di Utoeya, isola norvegese dove nel luglio 2011 Anders Breivik ha ucciso 77 persone, tra cui 69 giovani tra i 14 e i 20 anni.
Il lavoro è stato premiato per la sua delicatezza nel ritrarre i giovani: molti mettono in mostra le ferite fisiche che ancora segnano il loro corpo, altri lasciano trasparire le ferite interiori che l'accaduto ha lasciato in loro, molti dei quali hanno perso nella strage fratelli, sorelle e amici. La fotografa, che ha pubblicato il lavoro in diverse riviste, ha lavorato molto a stretto contatto con i protagonisti delle foto per capirli al meglio. Parte del lavoro è stato certamente incentrata sull'interazione con le persone, anche per riuscire a convincerle a posare di fronte all'obiettivo.
La giuria ha certamente tenuto conto anche di questo lavoro dietro le quinte nel momento di assegnare l'Iris D'Or, facendo emergere tra gli addetti ai lavori un'interessante discussione su quanto il 'peso' di un argomento è giusto influenzi il risultato di un concorso fotografico, che dovrebbe innanzitutto premiare l'estetica.