Sono passati quasi due anni dal mio incontro con Mattia Vacca, fotografo comasco che si è fatto notare ai Sony World Photography Awards 2012 per aver sfiorato la vittoria nella categoria Arte e Cultura grazie al suo servizio sulla tradizionale festa di "S'Ardia", una delle più suggestive feste tradizionali della Sardegna, che si svolge ogni anno a Sedilo. Nell'intervista che è seguita al nostro incontro non era mancata la domanda sui progetti futuri, a cui Mattia aveva risposto "Al momento sto ultimando un lavoro su un carnevale alpino molto particolare che si svolge in provincia di Como, ho iniziato a gennaio e ho scattato fino alla scorsa settimana, ora sono in fase di editing".
A poco meno di due anni si vedono i frutti di quel lavoro e il lancio della campagna di crowdfunding "A Winter' s Tale" finalizzata alla pubblicazione di un libro sul Carnevale di Schignano. Incontrando Mattia a Como in occasione del lancio della raccolta fondi ho trovato la stessa persona che avevo conosciuto a Londra: aperta, disponibile, stupita del successo dei suoi lavori e con tanta voglia di parlare e raccontare.
La decisione di mettere nero su bianco la nostra chiacchierata sul suo nuovo lavoro è emersa dalla grande passione che traspare da tutto il progetto e la sua capacità di avvicinare le persone e riuscire ad entrare nel vivo della cultura popolare, fatto che gli permette di raccontare le persone, gli eventi, le tradizioni da un punto di vista che pochi riescono a raggiungere. Di fotografie del Carnevale di Schignano è pieno il web, ma poche, forse nessuna, riesce a raccontare così bene le radici di questa festa popolare, che culmina nei giorni del Carnevale, ma che dura un inverno intero.
"Il mio segreto? Lavorare in punta di piedi" era il titolo che avevo dato all'intervista con Mattia due anni fa. Anche in questo caso l'ossatura del progetto non è stata solo la fase di scatto, ma la precedente fase di avvicinamento al paese e ai suoi abitanti, la conquista della loro fiducia, la capacità di documentare la loro vita quotidiana negli aspetti più intimi, ma senza mai mancare di rispetto. Il lavoro fotografico è preceduto da un lavoro etnografico che spicca per profondità e che raccontato dalla viva voce di Mattia fa trasparire tutta la passione che ha infuso in questo progetto. Ho cercato di convincerlo a raccontarci in video alcuni passaggi dell'intervista, ma per ora Mattia ha fatto il timido.