L'impugnatura, ampia e piuttosto confortevole per una mirrorless (la si può paragonare a una reflex entry-level) è ricoperta da un piacevole materiale antiscivolo. Dietro al pulsante di scatto, ben posizionato, si trova la prima delle due ghiere di comando, seguita da una fila di tre pulsanti per la regolazione veloce del bilanciamento del bianco, della sensibilità ISO e della compensazione esposimetrica; essendo la regolazione di sensibilità la più frequente, avrebbe forse meritato il primo posto, ma si tratta di un dettaglio.
Ancora più dietro, si trova il primo dei 5 pulsanti funzione personalizzabili Fn1, dedicato di default alla lettura esposimetrica (passaggio veloce alla lettura spot); la sua funzione può comunque essere scelta da un elenco di ben 54 possibilità. Sempre sul lato superiore, si trovano la ghiera dei programmi di scatto, dotata di un intelligente blocco a pulsante on / off (premere per bloccare / premere di nuovo per sbloccare), e una seconda ghiera per la selezione del'avanzamento di scatto (singolo, continuo, bracketing, autoscatto e time-lapse). Una spia Wi-Fi a destra della ghiera principale informa sulla disponibilità della connessione wireless, completa di supporto NFC.
Il dorso si apre con un pulsante AE/AF lock con ghiera concentrica per la selezione della modalità AF, il pulsante dedicato alla registrazione video e la seconda ghiera di comando, seguiti dal classico PAD multifunzione con ghiera concentrica, dal pulsante "Disp" per la modalità di visualizzazione del display e da altri 3 pulsanti funzione personalizzabili. Il quinto e ultimo di questi pulsanti si trova a sinistra del mirino, essendo di default dedicato alla gestione del mirino stesso. Completano il quadro l'immancabile pulsante play e quello per l'attivazione del flash integrato (NG 12), che in ogni caso non sostituisce la slitta a contatto caldo per il montaggio di flash dedicati o accessori.
Mirino e display posteriore rappresentano due delle più grosse novità in termini di corpo macchina rispetto alla precedente GH3; entrambi hanno beneficiato, tra l'altro, di un consistente aumento di risoluzione. Il primo è un OLED da 2,36 milioni di punti - 1024x768 pixel (erano 1,77 per la GH3) che offre un generoso ingrandimento 0,7x, e risulta pertanto più ampio e confortevole di quello di molte reflex entry-level. Il secondo, è un touch-screen orientabile da 3 pollici che conta 1,036 milioni di punti - 720x480 pixel (contro i 610.000 della GH3) e, oltre a essere molto nitido, vanta un ottimo contrasto.
I connettori di I/O audio/video sono a sinistra, tutti efficacemente protetti da sportellini in gomma: ingresso microfono, cuffie, micro HDMI e AV/out.
A destra, si trovano il vano per le schede di memoria SD e un jack da 2,5mm per il controllo remoto. Infine, sul fondo, troviamo il vano batteria per la ricaricabile Li-Ion da 1860 mAh che garantisce un'autonomia di 500 scatti (standard CIPA), i connettori per la docking station YAGH e l'attacco cavalletto, centrato sull'obiettivo. Peccato solo che gli sportellini in gomma che proteggono le connessioni per la docking station non siano fissati al corpo e si possano quindi perdere facilmente.
Complessivamente, la GH4 è una mirrorless completissima nei comandi e altamente personalizzabile, che assicura buona ergonomia. Pochissimi gli appunti che le si possono muovere: la ghiera di comando principale forse troppo arretrata, una stampigliatura della funzione predefinita in corrispondenza dei pulsanti Fn2 e Fn3 che potrà trarre in inganno qualora si decidesse di assegnare altre funzioni a quei pulsanti ... inezie, insomma.