La spinta verso l'alto preme un po' tutti i settori: le vecchie compatte premium (quelle con sensore in formato da 1/1,7") sono ormai catalogate tra le generaliste, le superzoom non devono solo sfoggiare il numero di moltiplicazione più alto su barilotto dell'obiettivo, ma devono effettivamente risultare utilizzabili alle focali estreme, le reflex entry level sentono il fiato sul collo delle bridge di qualità, delle nuove compatte premium e soprattutto delle mirrorless. Il mercato delle ottiche intercambiabili vede le mirrorless aver conquistato un quarto delle quote anche in Europa, seguendo la tendenza già segnalata in Asia. In questo clima la reflex per affermare il suo primato ha due vie da percorrere: fare leva sull'autofocus, dove le mirrorless hanno fatto passi da gigante, ma non hanno ancora chiuso il gap, e sfruttare l'eredità del passato, il pieno formato e il parco ottiche a disposizione dei fotografi che le scelgono.
In questo senso sono andate anche le due proposte più importanti che abbiamo visto a Photokina, due modelli creati per consolidare l'utenza dei due marchi nipponici e arginare pericolosi travasi verso altri tipi di sistemi. Nikon D750 va a rispondere alle esigenze di tutti quelli che non avevano trovato in Nikon D600/D610 e Nikon D800/D810 le vere eredi di Nikon D700, mentre Canon EOS 7D Mark II è la risposta a tutti quelli che attendevano l'aggiornamento, arrivato dopo 5 anni, all'interno dei quali c'è stato però un importanteupdate del firmware che aveva regalato al primo modello una nuova giovinezza. La prima è una full frame di sostanza e di rango, anche se più accessibile di Nikon D810, la seconda ha il modulo autofocus più evoluto in casa Canon e ha dimostrato sul campo doti eccezionali in quanto a velocità, con una raffica a 10fps con autofocus attivo e agganciato sul soggetto.
Le mirrorless per guadagnare il loro spazio da un lato devono cercare di colmare il gap che ancora le separa in alcuni ambiti dalle reflex (autofocus e parco ottiche in primis) oppure cercare di farsi notare in settori prima appannaggio delle compatte, come ad esempio quello dei prodotti lifestyle, che fanno dell'estetica e delle funzionalità più frivole (qualcuno ha detto 'selfie'?) uno dei loro punti di forza. Olympus, Fujifilm e Panasonic hanno lavorato in tale senso aggiornando le top di gamma, anche con nuovi firmware in grado di migliorare prestazioni e autofocus, rendendo anche i mirini elettronici più naturali e più accettabili anche ai fan del mirino ottico. La stessa Olympus, i compagnia di Pentax si è buttata sul lifestyle: PEN E-PL7 ha tra i target quello delle fashion blogger, mentre il tripudio di LED che popola Pentax K-S1 è studiato per non passare inosservati in nessuna occasione.
Tra le compatte si segnalano tre soli modelli saliti all'onore delle cronache: Panasonic Lumix LX100 che con il suo sensore in formato Quattro Terzi (sfruttato non interamente, ma mantendo la focale equivalente 24-75mm indifferentemente dal formato d'immagine usato - 3:2, 4:3, 16:9 -) si candida tra le 'premium' più interessanti e Canon Powershot G7X, che vede il produttore nipponico seguire la concorrenza e sbarcare sul formato sensore da 1 pollice, associando a esso un'ottica non esagerata, ma luminosa, e un corpo in metallo e comandi manuali. Infine Fujifilm X30, che si rinnova abbandonando il mirino ottico galileiano a favore di un mirino elettronico OLED e aggiungendo una ghiera di regolazione sul barilotto dell'obiettivo.
A proposito di concorrenza dei cameraphone: Panasonic pare voler fare il doppio gioco e ha mostrato a Photokina anche Lumix CM-1. Si tratta di un apparecchio dal doppio volto: da un lato è uno smartphone Android KitKat 4.4 con display Full HD da 4,7", connettività 3G e LTE, 2GB di RAM, 16GB di ROM, supporto MicroSD fino a 128GB, batteria da 2600mAh e processore Qualcomm Snapdragon 801 quad core a 2.3 GHz. Dall'altro è una fotocamera premium con ottica fissa 28mm con apertura F2.8, sensore CMOS da 20 megapixel in formato da 1 pollice, supporto video Full HD e 4K (anche se quest'ultimo solo a 15fps), ghiera sul barilotto dell'ottica, menu completo e comandi manuali. Coi suoi due etti di peso e 21.1 millimetri di spessore alla fotocamera non è un peso piuma, ma è molto più tascabile di tante compatte, categoria che supera in gran parte anche per le dimensioni del sensore. L'ottica LEICA DC ELMARIT è dotata di diaframma fisico F2.8-F11 e di otturatore meccanico e ha le carte in regola per regalare foto di qualità e sfocato non accessibile ai piccoli sensori che generalmente equipaggiano gli smartphone.