Sigma 50mm f/1.4 DG HSM Art, molto più che normale

Sigma 50mm f/1.4 DG HSM Art, molto più che normale

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Sigma ha prodotto, con il 50mm f/1.4 DG HSM Art, un Normale "next gen": dimensioni superiori rispetto ai 50mm tradizionali, ma anche una qualità ottica inarrivabile per questi ultimi. Ideale per sfruttare al massimo la propria reflex di fascia alta, e decisamente più funzionale ed economico dell'unico vero rivale - lo Zeiss Otus. ”

Qualità d'immagine

Il Sigma 50mm f/1.4 DG HSM Art è, innanzitutto, un obiettivo estremamente nitido, pressoché a qualsiasi apertura di diaframma.
Nella parte centrale del fotogramma, sulla 5D Mark III, garantisce oltre 3000 LW/PH da f/2 a f/11 - una risposta quasi "piatta" che lascia quasi (piacevolmente) sorpresi. A f/1.4 l'immagine si ammorbidisce un poco, rimanendo comunque su livelli di nitidezza assoluta molto elevati. Il Canon EF 50mm f/1.2L non raggiunge mai le 3000 LW/PH, e perde molto di più aprendo il diaframma.
Lo Zeiss Otus 55mm, dal canto suo, fa registrare valori superiori al Sigma ai diaframmi intermedi e chiusi ma, tra f/1.4 e f/2.8 compresi, è il Sigma ad avere la meglio.


Confronto tra il Sigma (in alto) e il Canon 50mm f/1.2L a f/1.4, al centro dell'immagine. Il divario è evidente.


Stesso confronto a f/8. Il Canon recupera quasi tutto lo svantaggio, ma il Sigma è ancora leggermente superiore.

Questo quadro, già di per sé favorevole a Sigma, diventa ancora più favorevole spostandosi agli angoli del fotogramma. In questo caso, il divario con il Canon top di gamma è davvero enorme, ma quello che più sorprende è il vantaggio rispetto allo Zeiss Otus esibito a f/1.4 e f/2: pur essendo sullo stesso piano a diaframmi intermedi, infatti, il costoso Zeiss risolve poco più della metà delle linee del Sigma a f/2!


La nitidezza del Sigma ai bordi, a f/1.4. Impressionante il livello di dettaglio che questo obiettivo riesce a mantenere fino agli angoli dell'immagine, anche alla massima apertura. Il rettangolo in alto a destra mostra anche un'eccellente correzione delle aberrazioni cromatiche laterali.


Il Canon 50mm f/1.2L nella stessa condizione, sempre a f/1.4. Oltre alla minore nitidezza, si nota sul rettangolo in alto a destra un'evidente aberrazione cromatica.

Il quadro si ripete quasi identico per ciò che concerne l'aberrazione cromatica.
In termini assoluti, il Sigma si mantiene sempre - al centro come a bordi, e già a partire da f/1.4 - al di sotto della soglia di 0,5 pixel, che può essere considerata la minima quantità rilevabile a occhio nudo.
Di fatto, quindi, non si nota aberrazione cromatica laterale ai bordi e per quanto riguarda l'aberrazione assiale al centro, questa risulta sì visibile in determinate circostante (massima apertura, soggetto vicino), ma basta diaframmare di un paio di stop per eliminare il difetto.
Lo Zeiss si comporta quasi altrettanto bene: anche in questo caso, nelle immagini reali non si nota aberrazione ai bordi, ma i valori sono leggermente più elevati, al limiti del visibile. Il Canon Serie L è il peggiore da questo punto di vista: l'aberrazione cromatica laterale è evidentissima già a occhio nudo, elevata e pressoché costante a qualsiasi diaframma. Ad aperture elevate, inoltre, risulta ben visibile anche l'aberrazione cromatica assiale al centro del fotogramma.
Interessante notare come, da questo punto di vista, il 50mm f/1.4 si comporti meglio, e come l'economicissimo 50mm f/1.8 superi entrambi.

L'analisi delle distorsioni vede nuovamente primeggiare il Sigma, con una piccola distorsione residua a barilotto di meno di mezzo punto percentuale che nelle immagini reali risulta irrilevante. Grossomodo sullo stesso piano lo Zeiss, mentre il Canon presenta una distorsione dello stesso segno (barilotto) ma chiaramente percepibile, che è consigliabile correggere in post-produzione; caricando il profilo corretto all'interno di programmi come Lightroom, si può peraltro apprezzare appieno, visivamente, l'entità della correzione apportata.

La vignettatura del Sigma è piuttosto evidente a f/1.4, apertura alla quale ai bordi si perdono quasi 2 f/stop. Basta però passare a f/2 per vedere il difetto ridursi fin quasi a scomparire. Di nuovo, lo Zeiss fa segnare valori simili ma leggermente peggiori, che non hanno un reale impatto sull'immagine finale ma che portano a chiedersi cosa esattamente giustifichi un esborso economico cinque volte superiore.
Il Canon è, anche in questo caso, nettamente staccato.

Pur senza eseguire misure specifiche, infine, l'impressione visiva è che il coma sia perfettamente sotto controllo, se non agli angoli del sensore full-frame a tutta apertura, così come ben controllati risultano ghost e flare, nonostante la lente frontale di elevato diametro non lo avvantaggi certo.
Anche tutti gli altri concorrenti qui esaminati sono comunque di buon livello, con lo Zeiss che ci è parso particolarmente efficace nel contrastare riflessi parassiti.  
Infine, impeccabile la resa dello sfocato, con transizioni morbide e nessun difetto geometrico visibile sullo sfondo, a nessuna apertura.