Leica ha utilizzato per la sua nuova Leica Q un sensore CMOS pieno formato da 24 megapixel, ridisegnato rispetto a quello utilizzato su Leica M. Il sensore è stato progettato a braccetto con l'ottica per fornire le migliori prestazioni anche ai bordi del fotogramma. Il computo dei pixel è un ottimo compromesso tra l'alta risoluzione e la dimensione dei fotodiodi, che si traduce in gamma dinamica e contenimento del rumore alle alte sensibilità. Da un lato i pixel sono molti e permettono ritagli abbastanza spinti, superando in parte i limiti dell'ottica fissa, dall'altro la gamma dinamica dichiarata del produttore è pari a ben 13EV.
La gamma dinamica è sfruttabile a pieno utilizzando il formato RAW DNG per lo scatto. Come mostriamo nell'immagine qui sopra, che mette a confronto il JPEG uscito dalla macchina e quello sviluppato in camera chiara con gli strumenti Adobe (ACR e Photoshop), il recupero possibile nelle ombre lascia positivamente impressionati, ma anche all'estremo opposto (cercando di recuperare particolari dalle alte luci) il comportamento è molto buono. Trovate altri esempi nella gallery.
I tecnici Leica hanno lavorato anche molto sulla resa delle immagini ad alta sensibilità, rendendo il tetto di 6400 ISO perfettamente utilizzabile, con il valore di 12.500 ISO ancora pienamente sfruttabile e spingendo la macchina fino a 50.000 ISO, da sfruttare come ancora di salvezza o per il bianco e nero. Qui sopra un'immagine con particolare al 100%. La resa è buona, salvo la presenza diffusa di spot verdi, che però non emergono sviluppando il file a partire dal RAW: lavorando sul DNG è possibile anche a questa sensibilità un buon recupero dalla ombre, mantenendo una grana molto 'fotografica' abbastanza simile a quella delle vecchie pellicole e quindi meno fastidiosa.