La Sony A7 II abbandona in gran parte il policarbonato del primo modello in favore della lega di magnesio, utilizzata sia per lo chassis interno sia per la flangia obiettivi. Il corpo è, inoltre, tropicalizzato, il che è coerente l'indirizzo (perlomeno) semi-professionale del modello.
L'efficacia del corpo macchina è ormai ben nota e apprezzata. L'elettronica è sempre molto "presente", come per tutti i modelli Sony, ma allo stesso tempo l'abbondanza di controlli fisici rende fotocamera immediata anche utilizzando programmi di scatto più manuali. Perfetto esempio di sintesi tra analogico e digitale è la ghiera posteriore verticale che, in fase di scatto, può essere usata per regolare la sensibilità ISO, chiudendo alla perfezione il triangolo di esposizione. Si tratta dunque di un modello che, più di altri, è capace di conquistare dal più giovane e votato all'elettronica al fotografo vecchio stampo abituato alle reflex manuali.
La messa a fuoco, lo abbiamo accennato parlando di prestazioni, è migliorata in velocità e (soprattutto) affidabilità; inoltre, l'area coperta dai punti AF è circa raddoppiata rispetto al primo modello. Ora, sul campo, la sensazione è ottima quando il soggetto è in condizioni di luce perlomeno accettabili. Con il 55mm, l'impressione è di aggancio immediato, e sempre con ottima sicurezza. In caso di luce scarsa, le prestazioni del sistema AF stand-alone non sono viceversa eccezionali, e probabilmente per questo la macchina si affida a una luce ausiliaria AF piuttosto intensa, che risolve il problema nel caso di soggetti vicini.
Analoghe valutazioni valgono per l'inseguimento dei soggetti, la cui efficacia è buona nel caso di situazioni semplici (che in questo caso significa soggetti isolati), ma meno soddisfacente di fronte a scene più confuse, come sport di squadra e simili - in pratica, mettendo alla prova la A7 II con la pallavolo indoor, che è un banco di prova impegnativo, abbiamo ottenuto una percentuale di focus-miss nell'intorno del 10%. Non male, ma con una reflex professionale non è difficile dimezzare questo dato.
Il mirino non è il più reattivo oggi disponibile, ma è ampio e molto nitido, e tiene perfettamente il passo di una fotocamera da 5 fps che non ha velleità di fotografia dinamica.
Eccellente, senza alcuna riserva, lo stabilizzatore integrato a 5 assi, che si occupa cioè di contrastare il mosso di tre tipologie diverse: beccheggio (1) e imbardata (2), cioè inclinazione dell'obbiettivo in alto/basso destra/sinistra; rollio (5), cioè rotazione della fotocamera intorno all'asse dell'obiettivo; traslazione X-Y parallela al piano del sensore (3), (4).
A seconda che l'obiettivo montato sia stabilizzato o meno, alcune di queste funzioni (imbardata e beccheggio) possono essere demandate all'ottica. In ogni caso, l'efficacia complessiva è notevole: i primi due assi si rivelano preziosi per lunghe focali e soggetti lontani, gli ultimi due per la macrofotografia, e tutti possono essere abilitati manualmente anche in presenza di obiettivi adattati da altri sistemi entro un range 8-1000mm.
Sony dichiara 4.5 stop d vantaggio nello scatto a mano libera. In questo settore esprimere un dato numerico assoluto ha poco senso, dato che i risultati dipendono dalla tipologia di scena e della mano del fotografo ma, a titolo di esempio, possiamo dire di aver scattato still-life nitidi con un 200mm non stabilizzato di terze parti, con un tempo di 1/25sec, che è certamente un risultato superiore alla media.
Infine, due parole riguardo al video, che è sicuramente uno dei punti di forza di questo modello. Manca, qui, la possibilità di registrare in 4K offerta dalla A7S, ma è stato introdotto il formato XAVC S 50 Mpbs, che consente di ottenere un solido Full HD @ 60 fps, è disponibile un'uscita cuffie per il controllo dei livelli audio, la messa a fuoco è fluida e progressiva e, ovviamente, lo stabilizzatore d'immagine attivo con qualunque obiettivo fa una enorme differenza nel girato a mano libera.
Anche se le specifiche possono essere superate da quelle di altri concorrenti, quindi, la A7 II assicura costantemente risultati di livello professionale anche tra le mani di operatori non espertissimi.