La A7 II è la più versatile tra le Sony Full Frame, essendo il compromesso più equilibrato tra la ridotta risoluzione della A7S (e il suo eccezionale comportamento in basse luci) e, viceversa, l'altissima risoluzione della A7R, recentemente giunta alla sua seconda versione con sensore da oltre 42 Mpixel, che regala un incredibile livello di dettaglio risultando però più "critica" nell'utilizzo.
Questa seconda versione non cambia molto di un primo modello in cui, in tutta sincerità, c'era poco da migliorare. Cambia l'ergonomia, grazie a una nuova impugnatura, e questo è senza dubbio positivo - di fatto, era l'unico difetto imputato ad altri modelli della stessa famiglia.
L'aggiunta dello stabilizzatore ottico sul sensore è una miglioria notevole, per la fotografia (data la sua efficacia con qualunque obiettivo), ma soprattutto per la ripresa video, ambito nella quale la A7 II assicura eccellenti risultati.
Il sensore ibrido da 24 Mpixel regala, dal canto suo, tanto dettaglio e una messa a fuoco efficace nella maggioranza delle comuni situazioni di scatto. Nuovi algoritmi hanno reso l'aggancio del soggetto più sicuro e migliorato le capacità di inseguimento.
L'impeccabile efficacia del primo modello e l'aggiunta della tropicalizzazione chiudono il sipario su un ottimo modello a cui si può imputare veramente poco.
Un primo, piccolo appunto può riguardare il rumore ad alti ISO, che pur ottimo in assoluto, è risultato superiore a quello di una reflex come la 5D Mk III, capace di assicurare la stessa risoluzione reale. Si tratta, comunque, di piccole differenze che non cambiano radicalmente il giudizio complessivo sulla fotocamera. Il secondo, ormai storico, è la ridotta autonomia, a cui speriamo che Sony prima o poi ponga rimedio. Appuntamento alla terza versione ...